La Francia segnala: due jihadisti armati in giro per l'Italia

Sarebbero entrati da Ventimiglia a bordo di un furgone Fermato in Sicilia un immigrato africano con foto Isis

L'Italia sempre più come un lungo ponte per gli uomini del terrore. Un'autostrada morbida e scorrevole dai mille sbocchi. Via mare, via terra, dove ci si mescola ignoti a profughi veri e presunti, migranti d'ogni etnia, a semplici turisti piuttosto che studenti e commercianti. Insomma a quel normale traffico che anima le nostre «mille» frontiere. ieri ad Agrigento è stato fermato un giovane immigrato del Gambia: nel telefonino aveva foto che ritraevano la bandiera nera dell'Isis e attacchi terroristici. L'allarme più serio, in realtà, era arrivato martedì e sta ancora tenendo in ansia il Viminale: un furgone grigio, con targa belga, partito da Parigi e sul quale viaggerebbero un paio di aspiranti combattenti Isis. Armati e pericolosi. Destinazione Siria, ultimo avvistamento a sud della Francia, direzione probabile Ventimiglia. Destinazione finale la Siria.La polizia d'Oltralpe non sembra saperne molto di più, (ma è anche possibile che gli 007 «cugini» ne abbiano perso le tracce durante l'inseguimento a distanza) e la segnalazione rimbalza a Roma. Scattano i controlli. Soprattutto in Liguria. Genova è ormai crocevia collaudato del Califfato. Sia di quello finanziario che di quello pronto ad armarsi. Da qui si parte e si arriva in traghetto sulle coste tunisine, la Libia poi è a un passo. I fermi delle ultime settimane nel capoluogo ligure sembrano confermare quella che non è più solo un'inquietante suggestione. Il 31 dicembre, due sedicenti fratelli siriani sorpresi con documenti falsi e foto di armi nel cellulare, erano stati bloccati all'aeroporto Cristoforo Colombo mentre tentavano si prendere un volo per l'Inghilterra. Poi i tre libici arrestati domenica 3 gennaio mentre sbarcavano da un traghetto proveniente dalla Tunisia su tre auto identiche ma senza i relativi documenti di circolazione. Tutta gente che secondo la nostra intelligence potrebbe far parte di cellule del Califfato intente a finanziarsi e pronte ad attentati.Anche se non da noi, almeno non ora. L'Italia resta terra di «passaggio». Al massimo rifugio per «dormienti» o luogo di reclutamento e fideizzazione.Del misterioso furgone grigio, che gli investigatori francesi, hanno segnalato attraverso l'Interpol alle 16 di martedì, però non si trova traccia. Posti di blocco al confine di Ventimiglia, all'aeroporto e alle navi in partenza (non solo da Genova) per il Nordafrica, ai valichi alpini, si sono rivelatio infruttuosi. La segnalazione dei francesi del resto era vaga. Non si conosce il numero di targa, solo il nome del presunto terrorista, un parigino di 30 anni, ma non dell'uomo che lo accompagna.I nostri investigatori dopo due giorni di caccia serrata sembrano ormai convinti che i due apprendisti jihadisti - ammesso che siano davvero passati per la Liguria - abbiano imboccato la direzione orientale. Ovvero Trieste - circa 4 ore di viaggio - per arrivare in Slovenia e seguire quindi la rotta dei Balcani. «Proprio quelle ore di ritardo - spiega una fonte ufficiosa - con cui da Nizza è stato diramato l'allerta alle nostre autorità».Soprattutto a Genova, si continua comunque ad indagare. Sono quasi un centinaio, per esempio, le auto sbarcate da Tunisi e bloccate alla dogana.

In Liguria si muoverebbero personaggi legati a una cellula dell'Isis, pronti a fornire targhe nuove (europee) e documenti per poter circolare. Un traffico per finanziare e far muovere i propri uomini. Dentro e fuori l'Italia.

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