Luigi Di Maio per il momento si è messo al riparo di un crollo nelle preferenze dello zoccolo duro del Movimento, ovvero quella base di attivisti che da sempre viene considerata parte integrante e motore dei pentastellati. Ma di fatto l'ok al governo Conte e l'esecutivo in coabitazione con la Lega di certo hanno dato ossigeno al capo politico del Movimento che però presto, al primo passo falso, dovrà nuovamente fare i conti con la base che ha già mostrato qualche segno di rivolta. In primo luogo va sottolineato come nella giornata di ieri proprio i malumori dei grillini hanno fermato l'ok di Gigino ad un ingresso in maggioranza di Giorgia Meloni e di Fratelli d'Italia.
Adesso l'esecutivo dovrà reggersi soltanto su sei senatori di vantaggio a palazzo Madama. Ma come riporta la Stampa le tensioni alla base si sono riaperte anche nella scelta dei ministri. C'è infatti chi contesta a Di Maio un modo di fare che non è affatto condiviso. Tutte le scelte secondo diversi attivisti vengono fatte a porte chiuse e dal cerchio magico dello stesso Di Maio. Qualcuno della base si sfoga: "Non possiamo scoprire le cose da Barbara d'Urso, caro Luigi", ha affermato la grillina Emanuela Corda. La fronda potrebbe creare non poche difficoltà a Di Maio soprattutto dalle parti di palazzo Madama.
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