Fumo, il cancro non è uguale per tutti

Screening calcola il rischio-tumore e apre alla diagnosi precoce

Fumo,  il cancro non è uguale per tutti

Il tumore non è uguale per tutti. Non per i fumatori, almeno. Lo rivela uno studio dell'Istituto nazionale tumori (Int) di Milano, sostenuto dall'Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc) e presentato a Barcellona alla Conferenza mondiale dell'International Association for the Study of Lung Center (Iaslc). Un lavoro che sfata molti pregiudizi e che soprattutto rappresenta una buona notizia perché apre alla possibilità di fare una diagnosi precoce del carcinoma polmonare dal momento che «è possibile - come si legge nel report - stabilire in anticipo chi ha maggiori probabilità di sviluppare la malattia e definire un calendario di controlli ed eventuali misure da adottare».

Lo studio, ribattezzato «bioMild», ha analizzato per diversi anni 4mila persone: un campione composto per il 70 per cento da fumatori forti e di lungo corso, over 55 che «bruciano» da almeno 30 anni un pacchetto al giorno, e per il restante 30 per cento da volontari nella fascia d'età 50-55 anni che fumano almeno 30 sigarette al giorno da tre decenni. Tutti sono stati sottoposti a Ldct (screening con tac a basso dosaggio) e a un test molecolare sul sangue, una combinazione che ha dimostrato che, come spiega Ugo Pastorino, direttore della Struttura complessa di Chirurgia toracica dell'Irccs milanese, «a parità di esposizione, il rischio biologico è diverso». Il 58 per cento dei partecipanti è risultato negativo a entrambi i controlli ed è stato classificato a rischio basso di tumore del polmone, mentre il 37 è risultato positivo a uno dei due esami (rischio medio), e il restante 5 ha avuto entrambi i valori positivi con un rischio molto più alto di ammalarsi. Questo consente di prevedere dei programmi di prevenzione personalizzati che - partendo sempre dall'idea di perdere il vizio, che riduce fino al 50 per cento la mortalità da tumore al polmone - riduce la frequenza dei controlli per chi ha un rischio basso e li intensifica per chi ha un rischio medio-alto.

Lo studio è la bace scientifica del programma «Smile», appena iniziato in Istituto, che per la prima volta combina screening e prevenzione in uno studio prospettico randomizzato, «l'unico in Italia - spiega Pastorino - che permette l'adozione di una serie di interventi in contemporanea alla cessazione del fumo. Prevede infatti la combinazione di cardioaspirina e citisina che, insieme ad attività fisica e corretta alimentazione, permettono di abbattere i valori della proteina C-reattiva nel sangue, un importante marcatore dell'infiammazione cronica associata a un alto rischio di mortalità per il tumore al polmone».

«Abbiamo provato - spiega Giovanni Apolone, direttore scientifico dell'Int - che, grazie allo screening prolungato per 10 anni, è possibile ottenere una riduzione della mortalità per tumore polmonare pari al 39 per cento». Il programma Smile è aperto a tutti i fumatori o ex fumatori da meno di 10 anni tra i 55 e i 75 anni. Le informazioni sono disponibili sul sito www.programmasmile.it, oppure telefonando al numero verde 800213601.

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