Funziona l'asse con Libia e Tunisia: meno 60% di sbarchi rispetto al 2023. Ma aumentano gli arrivi con le Ong

Gli attivisti hanno portato in Italia il 18,4% dei migranti totali. In dirittura d'arrivo la definizione di una zona Sar tunisina

Funziona l'asse con Libia e Tunisia: meno 60% di sbarchi rispetto al 2023. Ma aumentano gli arrivi con le Ong
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Gli sbarchi sono diminuiti, più della metà rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e quasi riallineati al 2022. La dimostrazione che gli accordi con la Tunisia, Libia e la strategia del governo sull'emergenza migranti sta funzionando, anche se non bisogna cantare vittoria definitiva. L'estate alle porte, con beltempo e mare calmo, potrebbe tornare a fare impennare le partenze. E gli sbarchi sono aumentati su altri direttrici, verso a Spagna per un totale di 20.110 arrivi a fine maggio e altri 11.731 in Grecia.

Giorgia Meloni evidenzia che l'impegno del governo ha permesso di abbattere del 60 per cento gli arrivi illegali di migranti, «un risultato possibile grazie soprattutto ai rapporti di collaborazione con i Paesi del Nord Africa, Tunisia e Libia in testa». I dati del Viminale, fino a ieri, indicano 21.634 sbarchi rispetto ai 51.731 del 2023, anno record, ed i 20.634 del 2022. «Si registra una ripresa dal Mediterraneo orientale con partenza dalla Turchia su barche a vela che arrivano fino in Calabria» fa notare chi è in prima linea sul mare. Ben 8 eventi in 20 giorni per un totale di 500 migranti soprattutto da Iran, Egitto, Afghanistan, ma pure Kuwait. Una direttrice quasi ferma dalla tragedia di Cutro. Le partenze clandestine stanno riprendendo da Izmir, Bodrum, Marmaris per un viaggio che costa dai 5mila ai 10mila dollari. Gli ultimi 59 migranti sono stati intercettati dalla Guardia costiera la notte di martedì ad una decina di miglia dalla costa calabrese.

Il grosso dei migranti continua a partire dalla Libia, 10.463, e dalla Tunisia, 8.697 a fine maggio. «In netta riduzione rispetto allo scorso anno, ma aumentano i flussi verso le Canarie, la Spagna continentale e la Grecia» evidenzia la fonte del Giornale. Sommandoli tutti siamo oltre i 50mila arrivi in Europa via mare. Però il pressing istituzionale e diplomatico italiano su Tripoli e Tunisi, con una serie di accordi che stiamo implementando, ha favorito la riduzione delle partenze. Dalla Cirenaica del generale Haftar sono quasi azzerate. I migranti continuano a partire soprattutto dalla Tripolitania (Zuwarah, Zawiyah e Sabraha e Al Qums).

Il dato preoccupante è l'attivismo delle Ong del mare, che hanno sbarcato in Italia il 18,4% dei migranti totali, un netto aumento in percentuale rispetto allo scorso anno. Davanti alla Tripolitania sono riuscite ad imbarcare ben il 34% dei migranti (3.491). I libici ne hanno intercettato 3.619. L'assistenza della Marina e la consegna di tre nuove motovedette S 300 hanno rafforzato la Guardia costiera di Tripoli. Il 21 maggio il ministro delle imprese, Adolfo Urso, si è recato in Libia per finalizzare gli interventi del piano Mattei, che stanno a cuore al premier Abdul Hamid Dbeibeh.

Dalla Tunisia, secondo paese di partenza, si assiste alla messa in mare «non solo dei barchini in ferro, che sono diminuiti, ma di piccoli gommoni e addirittura canoe» rivela chi monitorizza l'immigrazione illegale. Gli accordi con l'Italia e l'Europa stanno funzionando e la Gendarmeria, anche grazie a nuovi veicoli donati dall'Italia, ha incrementato i raid contro scafisti e trafficanti. Un altro tassello è la nomina del nuovo ambasciatore Ue, l'italiano Giuseppe Perrone. Non solo: è in dirittura d'arrivo la definizione di una zona Sar (di ricerca e soccorso ) tunisina.

«Un passo in avanti recentissimo - ha sottolineato Meloni - La prospettiva comune è di formalizzare l'esistenza di un'area marittima che preveda l'intervento delle navi tunisine per svolgere opera di soccorso e ricondurre i migranti nel porto sicuro più vicino, cioè in Tunisia». Ieri a Roma si sono riuniti gli esperti tunisini ed italiani per delineare l'inedita zona Sar. In vista dell'estate anche l'effetto deterrenza dell'hotspot in Albania potrebbe consolidare la riduzione degli sbarchi.

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