Leggi il settimanale

Fuoco amico su Fiano, accusato dai dem. I Giovani: "Non parli a nome del Pd"

L'indegna contestazione contro l'evento di Bergamo. Belli Paci: "Fare chiarezza o la situazione degenera"

Fuoco amico su Fiano, accusato dai dem. I Giovani: "Non parli a nome del Pd"
00:00 00:00

Un altro schiaffo da sinistra al mondo ebraico. E stavolta arriva direttamente dal Pd, anzi dal suo "settore giovanile", i Giovani Democratici che lunedì sera, a Bergamo, hanno contestato Emanuele Fiano (foto), mostrando l'intenzione di porre lui e la sua area, di fatto, ai margini del partito. Il loro intervento intima: "La sinistra non può dialogare con i sionisti moderati, deve dialogare con gli antifascisti e gli antisionisti". Certo, non erano incoraggianti

i precedenti: all'università di Venezia tre settimane fa e poi a Milano a un convegno dedicato a Yitzhak Rabin. Ma in quelle circostanze erano stati i gruppettari a censurare Fiano. Stavolta erano componenti del suo partito.

Surreale, eppure è così. L'ex deputato dem, già presidente della Comunità ebraica di Milano, figlio di uno dei maggiori testimoni della Shoah, viene contestato da suoi compagni, al grido di "Non parla a nome nostro, né come sinistra né come Giovani democratici, e crediamo neanche come Pd". Surreale come la scena che si è vista lunedì sera a Bergamo, dove la locale associazione Italia-Israele di Matteo Oriani aveva invitato e Fiano e Luciano Belli Paci (figlio di Liliana Segre), dirigenti e fondatori di Sinistra per Israele - due popoli due Stati) come relatori a un convegno: "La pace è possibile?". Sala gremita, fuori spiegamento di forze dell'ordine per tenere a distanza i facinorosi e la loro protesta annunciata. "Avevano anche diffuso una locandina con le nostre tre fotografie - racconta Belli Paci - mancava solo la scritta Wanted". "Durante tutta la serata - dice al Giornale - non ho potuto fare a meno di pensare allo sconforto del mio amico Lele, quando aveva saputo che a quei fanatici intenzionati a impedirgli di parlare si erano uniti i Giovani democratici di Bergamo, i quali hanno redatto un comunicato dichiarando che le posizioni di Fiano non devono avere cittadinanza nel Pd. Per fortuna quasi tutti i massimi esponenti del Pd bergamaschi (sindaca, Gori, consiglieri regionali ecc) hanno manifestato immediatamente la propria solidarietà a Lele". "La presenza di sacche di intolleranza e di estremismo - osserva Belli Paci - dovrebbe però preoccupare anche il Pd nazionale. Se non si decidono a mettere alcuni paletti ben chiari la situazione non potrà che degenerare ulteriormente".

In effetti, l'ex sindaco Giorgo Gori, l'attuale prima cittadina Elena Carnevali e molti altri hanno manifestato solidarietà a Fiano. Lo hanno fatto anche la vicepresidente dell'Europarlamento Pina Picierno e Piero Fassino, leader storico della "Sinistra per Israele". E il consigliere regionale Pietro Bussolati, che ha "orgogliosamente in tasca la tessera di sinistra per Israele" e dice: "A questo punto urge un chiarimento nel mio partito".

"Urlare slogan è facile - osserva Oriani - molto più difficile è ascoltare e affrontare la complessità. Alle menti dei Gd avrebbe giovato più ascoltare Fiano".

Ma i Giovani democratici bergamaschi insistono. E hanno dalla loro la segreteria regionale Giovani. E i vertici del partito, sia lombardi che nazionali, sembrano non voler prendere posizione, non pubblica almeno. E il "bubbone" si aggrava.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica