Aggressori e aggrediti

Hamas è l'aggressore che ha programmato e deciso questa grande guerra per uccidere gli ebrei: ogni famiglia qui soffre la peggiore sofferenza quotidiana, quella della perdita o di sapere i propri cari in pericolo

Aggressori e aggrediti
00:00 00:00

La gente di Israele non ama il ruolo della vittima. È invece Hamas a lamentarsi nonostante l' ideologia più feroce del mondo, quella della Jihad. Un attore, Enzo Iacchetti, ha detto che qui non c'è una guerra: è l'esercito di Israele che combatte i palestinesi, un povero popolo innocente. È vero il contrario. Hamas è l'aggressore che ha programmato e deciso questa grande guerra per uccidere gli ebrei: ogni famiglia qui soffre la peggiore sofferenza quotidiana, quella della perdita o di sapere i propri cari in pericolo. Teme che bussino alla porta dicendo il nome del figlio, del migliore amico, dell'alunno. Solo stamani sono stati seppelliti quattro ventenni. Altri due soldati uno di 20 e uno di 68 anni sono stati uccisi da un guidatore dei camion dell'aiuto umanitario. Siamo a mille soldati. Di fronte almeno 20.000 attivi nell'esercito terrorista. E poi c'è il terrorismo: il 7 di questo mese 6 uccisi sull'autobus. Dall'inizio dell'anno, 1.000 attentati sono stati evitati. Da quando è nata, Israele ha perduto più di 24mila soldati, sempre in guerre di difesa, mentre i politici trattavano "due Stati per due popoli" con chi non ne voleva sapere. Di vittime dei terroristi, prevalentemente civili, se ne contano quasi 6mila. Solo dall'inizio della guerra, i soldati feriti sono 20mila. Chi ha perso le gambe, chi le braccia, ma sorridono, vogliono tornare a combattere. I terroristi non indossano la divisa, mandano avanti la gente come scudo umano, compreso i bambini, saltano fuori dai tunnel. A Tel Aviv, a Gerusalemme, giovani mamme hanno partorito dopo che il marito era stato ucciso; sono almeno 30 quelle del 7 ottobre. Le vedove, negli anni, sono 4.520, i bambini orfani di guerra 1.354. Chi riesce a distaccarsi dai numeri di Hamas può guardare le madri la cui vita è distrutta per sempre, che al funerale raccontano di un figlio ragazzo che si dedicava al volontariato o di una figlia che dipingeva come un giovane Raffaello; o le ragazze dai lunghi capelli che raccontano il loro amore con un ragazzo che viene ora seppellito.

Ma tutti quanti sapevano bene quel che facevano, molti lo lasciano scritto: salvare quest'unico piccolo paese democratico, la patria del popolo ebraico, in mezzo alla marea di odio antigay, antidonna, antioccidente. I loro cari escono dal cimitero, piangono a testa alta.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica