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Fuori i secondi sul Quirinale: si tira indietro anche Prodi. Draghi e Berlusconi in vetta

Fuori i secondi. Manca più di un mese all'elezione del nuovo capo dello Stato, politicamente un'era glaciale e quindi, hai visto mai, può succedere di tutto e il contrario di tutto

Fuori i secondi sul Quirinale: si tira indietro anche Prodi. Draghi e Berlusconi in vetta

Fuori i secondi. Manca più di un mese all'elezione del nuovo capo dello Stato, politicamente un'era glaciale e quindi, hai visto mai, può succedere di tutto e il contrario di tutto. Per non parlare dell'intreccio della partita del Colle con l'azione di governo, l'esecuzione del Pnrr, le riforme in cantiere, l'uscita dalla crisi, la manovra, la variabile pandemia. Ma insomma, stando ai sondaggi, per ora è una corsa a due, Mario Draghi e Silvio Berlusconi. Staccati gli altri.

Il premier, si sa, piace. Secondo la ricerca Quorum/Youtrend realizzata per SkyTg24, il 17 per cento degli italiani lo vedrebbe bene come tredicesimo presidente della Repubblica. Il cinquanta per cento però lo apprezza forse di più come capo del governo e il 49 teme che un suo trasloco da Palazzo Chigi porterebbe a elezioni anticipate. Secondo in classifica, a poca distanza, il Cavaliere, con il dieci per cento. Seguono due donne, Emma Bonino all'otto e Marta Cartabia al cinque, come Romano Prodi. Briciole per gli altri candidabili.

Altro rilevamento, stessa storia. Per Tecnè-Dire Draghi raggiunge il 28 per cento delle preferenze, tallonato da Berlusconi con il venti. Terza al dieci la Cartabia, che qualcuno nel Pd vorrebbe a Palazzo Chigi con Draghi al Colle, poi tra il 4 e il 5 Paolo Gentiloni, Elisabetta Casellati, Walter Veltroni, Pier Ferdinando Casini.

Questo il quadro. Chissà se a metà gennaio i desideri degli italiani coincideranno con quelli dei mille grandi elettori. Si vedrà. Intanto si può registrare la forte tendenza dell'opinione pubblica, che ha già fatto la sua selezione tagliando fuori gli outsider, i profili scoloriti, i politici non di prima fila, quelli a fine carriera. E se è vero che mai nella storia della Repubblica un leader è arrivato al Quirinale, e che quelli che ci hanno provato sono sempre stati impallinati dagli amici, è proprio un leader che la gente dice di volere sul Colle. SuperMario, il Cav e persino Prodi, che pure si è chiamato fuori. «Io sono saggio, la mia maestra elementare mi ha insegnato a contare e so che non è cosa».

E tra l'altro, uscendo dalla realtà virtuale dei sondaggi ed entrando nel chiacchiericcio manovriero del Parlamento, Draghi e Berlusconi sono al momento anche i due personaggi più accreditati nella successione a Sergio Mattarella. Nessuno è ufficialmente candidato, anzi nemmeno formalmente disponibile, e per entrambi la strada per il Colle è piena di ostacoli.

Il Cavaliere, leader storico e naturale del centrodestra, parte sulla carta con una base teorica di poco più di 450 voti: gliene mancano una cinquantina, deve pescare al centro e tra chi non vuole che la legislatura finisca, pero c'è il sospetto che, tra voglia di voto e problemi di tenuta della coalizione, Giorgia Meloni e forse anche Matteo Salvini in realtà abbiamo altre idee.

Il premier invece sarebbe il profilo perfetto per una scelta trasversale e ampia, una garanzia per l'Europa e i mercati, un presidente capace di controllare l'applicazione del piano di ripresa e di ridare prestigio al Paese. Peccato che una buona parte del Pd, i centristi, i grillini in crisi di nervi e i tanti deputati e senatori che non vogliono tornare a casa si siano messi di traverso e chiedano che resti dov'e. E Mario che dice, che vuol fare da grande? Silenzio.

Lui non si sbilancia, non muove un muscolo, non conferma e non smentisce, lasciando tutti nel panico.

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