Ha ragione il sindaco di Cremona. E hanno ragione anche tutti i calabresi e tutte le autorità che non vogliono prestare i Bronzi di Riace a Milano. Lo dico con sgomento, perché sembra incredibile che dal più importante museo di Milano, e dal suo più rappresentativo monumento storico, il Castello Sforzesco, di proprietà del comune, siano stati rubati tre dipinti del '400. Che non sono affatto insignificanti, come si dice minimizzando, e che non sono neppure opere fatte in serie e non uniche, perché appartengono a quelle rare decorazioni da soffitto, in posizione inclinata, che sono un vero e proprio genere artistico che non si può semplicisticamente restringere nell'ambito delle arti applicate. Ma è uno dei problemi dell'arte in Italia: la mancanza di consapevolezza del valore delle opere che si custodiscono mette a repentaglio tantissimi capolavori in tutto il Paese. Una illustre studiosa, Winifred Terni De Gregory, dedicò ai dipinti rubati sabato una importante pubblicazione, indicandone l'interesse nella diffusione di un'immagine del Rinascimento come esaltazione delle virtù antiche degli eroi e dei guerrieri romani, esempi della civiltà rinascimentale, estremamente rappresentativi anche nella prospettica sistemazione entro finestre gotiche.
Milano non può candidarsi a sede dell'Expo se non può garantire la sicurezza neppure dei suoi musei. Le giustificazioni della direttrice e l'incredibile assenza di telecamere nella sezione dedicata alle arti decorative, non rassicurano su una sufficiente garanzia per le opere d'arte, proprio in quel castello in cui un aberrante progetto, guardato con favore dall'assessore alla Cultura, ma spero non ancora autorizzato dalla Soprintendenza, autorizza a trasferire l'opera più importante, la Pietà Rondanini di Michelangelo, in uno spazio nuovo rispetto a quello - mirabile ed esemplare per la museografia - disegnato da Bbbpr nel 1958.
Invece di buttare soldi in un insensato nuovo inutile allestimento, il Comune dovrebbe dotare il museo di tutte le garanzie che questo beffardo furto ha dimostrato inesistenti. Benché giudicate minori, le opere rubate rappresentano uno scandalo proprio perché la città deve affrontare un'occasione epocale come l'Expo.
E non può mostrare punti di debolezza su un tema essenziale come la sicurezza dell'arte. Rischieremmo di essere presi in giro a ogni richiesta per mostre programmate anche in importanti sedi museali.
Sarà dunque necessario che con la Soprintendente di Brera Sabrina Bandera, la Direttrice Regionale Caterina Bon Valsassina, responsabile dei musei civici, gli assessori del Comune e della Regione, Del Corno e Cappellini, stabiliamo alcuni principi essenziali, di rigore militare, per tutte le iniziative programmate per il prossimo anno.
Se non si parte da una Milano sicura, consapevole del suo straordinario patrimonio, è inutile penare a mostre, commemorazioni e altre proposte.
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