
La situazione si infiamma al confine tra Siria e Israele, con Tel Aviv che decide di ritirare da Gaza una brigata dell'esercito per mandarla sulle Alture del Golan e un funzionario delle Forze di Difesa israeliane che spiega ai media come l'Idf si sta preparando a una "moltitudine di scenari".
A Gaza, anche ieri, le vittime hanno sfiorato quota 100, di cui almeno una ventina nei pressi dei centri di distribuzione aiuti a Khan Younis, nel Sud della Striscia. Lo denuncia la Gaza Humanitarian Foundation, incaricata da Israele della consegna del sostegno umanitario. Di solito additata come responsabile, anche indirettamente tramite i contractor americani che operano sul posto, degli oltre 900 palestinesi uccisi, stavolta è la Ghf a riferire che 19 gazawi sono rimasti uccisi nella ressa e uno è stato accoltellato "nel mezzo di un'ondata caotica e pericolosa, alimentata da agitatori tra la folla". "Abbiamo fondati motivi per credere che elementi tra la folla armati e affiliati ad Hamas abbiano deliberatamente fomentato i disordini", ha dichiarato la Ghf, aggiungendo che per la prima volta dall'inizio delle operazioni, sono state identificate diverse armi da fuoco tra la folla. La ricostruzione, in assenza di fonti indipendenti a Gaza, non può essere verificata. La versione è stata però in parte confermata da fonti sanitarie locali, seppur controllate da Hamas, che hanno riferito alla Reuters di una ventina di persone morte per soffocamento nel sito di soccorso. Un medico ha affermato che molte erano state stipate in uno spazio ristretto e sono rimaste schiacciate.
Per Ahmad Tibi, membro arabo-israeliano della Knesset, le persone sono morte invece in una "trappola mortale tesa da Israele usando mercenari americani". Le altre vittime, che portano a oltre 58mila il numero dei morti, sono state uccise in attacchi aerei notturni contro più di 120 obiettivi.