Nel giorno in cui l'Istat certifica che la crisi ha ributtato l'Italia ai livelli del 1959 e la disoccupazione a un nuovo massimo, il governo prova a metterci qualche pezza. Renzi è un po' come il padre di famiglia che ha i conti in banca bloccati (i famosi parametri europei che impediscono nuove spese), che non può aumentare le entrate (le tasse sono già oltre il massimo possibile) e che se anche risparmiasse vedrebbe il ricavato sequestrato da creditori ed aguzzini (obbligo di pareggio di bilancio nel 2015). Come dare da mangiare ai figli e pagare le bollette? Non resta che frugare per tutta la casa in cerca delle monetine disseminate e dimenticate in cassetti e tasche. Messe insieme possono formare un gruzzoletto che permette di campare ancora qualche giorno, al massimo qualche settimana.
Così Renzi ha fatto rivoltare i cassetti dei ministeri e con gli spiccioli ritrovati prova almeno a sbloccare una serie di vincoli e storture che paralizzano grandi opere pubbliche e imprese private. In aiuto arriva anche il decreto che riforma la giustizia civile, probabile medicina per un cancro che sta divorando con la sua lentezza il diritto e l'economia.
Ancora una volta Renzi è stato alla larga dai provvedimenti politicamente sensibili: la riforma del lavoro resta nel cassetto, quella della scuola è rimandata, quella della giustizia penale (responsabilità dei giudici, intercettazioni, falso in bilancio e altro) impantanata in una serie di disegni-legge che chissà quando e come diventeranno legge. Insomma, la stagione politica ricomincia dal punto in cui era andata in vacanza: promesse, impegni a lungo termine, grande ottimismo ma poca sostanza. Non avendo soldi, si compera tempo, che almeno quello è gratis. In attesa della partita vera che non si giocherà a Palazzo Chigi ma a Bruxelles, dove la barca europea rischia di affondare come illustrato dalla vignetta apparsa sulla copertina dell' Economist , in cui Renzi è rappresentato come un bambino che mangia il gelato.
Il nostro premier ieri ha risposto alla provocazione facendo entrare un carretto da gelataio a Palazzo Chigi: «Ottima produzione artigianale made in Italy», ha commentato degustando un cono. Apprezziamo l'orgoglio nazionale e solidarizziamo. Ma ricordate Lucio Battisti? «Il carretto passava e quell'uomo gridava gelati, al 21 del mese i nostri soldi erano già finiti...». Profetica.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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