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Giorgia Meloni: "Mai ministro di un governo di sinistra ma noi pronti a dare una mano al Paese"

Giorgia Meloni sostiene la mozione di sfiducia a questo governo, per lei incapace di gestire i fondi di emergenza e la crisi economico-sociale che si aprirà

Giorgia Meloni: "Mai ministro di un governo di sinistra ma noi pronti a dare una mano al Paese"

Giorgia Meloni è più combattiva che mai nell'intervista rilasciata al Corriere della sera in edicola oggi. "Il momento per agire è ora. Tra sei mesi si apre il semestre bianco e diventa impossibile sciogliere le Camere", afferma con sicurezza il presidente di Fratelli d'Italia, il cui obiettivo è far cadere al più presto questo governo. Sugli scenari che si aprirebbero dopo, per la Meloni il voto resta la strada naturale da percorrere in accordo con le opposizioni.

"Io dico che non farei mai il ministro in un governo del quale fossero parte organica forze di sinistra, M5S, Pd, Leu, Renzi. Ma non ho bisogno di fare il ministro per dare una mano all’Italia, lo abbiamo già dimostrato in passato, votando ad esempio i decreti sicurezza o il taglio dei parlamentari", dice il leader di FdI, che in questo momento non vuole fare ipotesi sul futuro, tanto meno sulla possibilità di un governo Draghi: "Quando e se ci sarà una proposta, la giudicheremo nel merito. La nostra stella polare rimane la volontà degli italiani".

Gli italiani sono la priorità di Giorgia Meloni, che ha apprezzato il presidente Matterella nel suo ringraziamento agli uomini e alle donne che, a vario titolo, hanno permesso al Paese di non crollare durantela pandemia: "Un ringraziamento ai cittadini, non al governo". Tuttavia, non è d'accordo sulle parole utilizzate dal presidente della Repubblica nel passaggio in cui è sembrato voler frenare la crisi di un governo "del tutto inadeguato a gestire le risorse per l’emergenza". Infatti, al presidente della Repubblica che invoca responsabilità nell'utilizzo dei Recovery Fund: "Non vorrei si favoleggiasse troppo su quelle risorse, che sono meno di quanto si pensa — almeno a fondo perduto —: 44 miliardi per due anni, e complessivamente ne abbiamo spesi già 146 da inizio pandemia senza aver risolto i problemi enormi che abbiamo davanti, il primo dei quali è il rischio di desertificazione economica del Paese con la chiusura del 39% delle aziende quando gli aiuti e il divieto di licenziamento verranno meno. E con autonomi poco protetti, per i quali abbiamo chiesto una forma di cig che li aiuti ad andare avanti come accade per i lavoratori dipendenti. Ma sono decisioni che solo un governo che ha visione può prendere".

Per Giorgia Meloni, questo governo è inadeguato alla gestione e dev'essere sostituito ma gli alleati di governo non hanno ancora deciso. La Lega sostiene che una mozione di sfiducia potrebbe portare all'effetto contrario, ma su questo il leader di Fratelli d'Italia ha le idee molto chiare: "Accelera la crisi, se è davvero in atto, perché a noi potrebbero aggiungersi altre forze che si dicono scontente. Ma se invece alla fine la maggioranza, Renzi compreso, tornasse a riunirsi nel nome della distribuzione delle poltrone, metteremo comunque fine alla pagliacciata in atto. La nostra gente ci chiede di mandar via questo governo e di tentare ogni strada possibile. Proviamoci". La Meloni esclude la possibilità di un appoggio esterno al governo: "Secondo me quello che va cambiato è questo Parlamento, non in grado di gestire la crisi non potendo esprimere una maggioranza coesa. In ogni caso, una cosa per volta. Cominciamo mandando a casa Conte".

Per il 2021, Giorgia Meloni vuole un ritorno alla normalità del Paese, che non deve necessariamente coincidere con la sconfitta del coronavirus, perché "non possiamo continuare ancora per un anno, o due o tre a vivere con la sospensione della Costituzione".

È necessario superare la fase emergenziale dell'utilizzo dei mezzi d'emergenza, "ci si deve interrogare su come si possa combattere il Covid rispettando i diritti delle persone".

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