Giuseppi adesso piazza i fedelissimi

Conte punta su Azzolina o Bonafede. E oggi nomina i 5 vice

Giuseppi adesso piazza i fedelissimi

Giuseppe Conte non controlla più i gruppi grillini di Camera e Senato. Per molti parlamentari - l'avvocato è un fantasma: «Mai visto e sentito a Montecitorio», si sfoga al Giornale un deputato grillino. Conte regge le fila del Movimento dal suo appartamento romano a pochi passi da Palazzo Chigi. Però, al netto dell'assenza, l'avvocato di Volturara Appula cerca di far pesare la leadership. Piazzando le pedine chiave, per plasmare i gruppi parlamentari a propria immagine e somiglianza.

Il capo dei Cinque stelle sta tentando (senza risultato) il blitz per sostituire i capigruppo di Camera e Senato prima dell'elezione del capo dello Stato, passaggio per il futuro politico di Conte e del Movimento. Al Senato l'incarico del capogruppo Ettore Licheri è in scadenza. A Montecitorio il mandato del capogruppo Davide Crippa termina a gennaio. I contiani vogliono anticipare la sostituzione di Crippa. Conte spinge per mettere un fedelissimo alla guida del gruppo: in pole ci sarebbero gli ex ministri Lucia Azzolina e Alfonso Bonafede. Ma il peso del ministro degli Esteri Luigi di Maio nei gruppi parlamentari è ancora determinante. E dunque si potrebbe arrivare a un nome di mediazione: l'identikit corrisponde al nome dell'ex ministro Vincenzo Spadafora. Più defilato, ma in partita, c'è Riccardo Fraccaro. La mossa dei contiani scatena però una vera e propria rissa nel Movimento. Culminata in una tesissima riunione del direttivo M5S alla Camera che si è svolta mercoledì sera negli uffici di Montecitorio. Un confronto molto acceso, raccontano all'Adnkronos fonti pentastellate, condito da urla che sono riecheggiate anche fuori dalla stanza. «Non parli più a nome di tutti», l'affondo dei contiani nei confronti di Crippa, che per ora tiene botta e non vuole saperne di farsi da parte. Il vero nodo della questione è il Colle. «Un capogruppo in scadenza - ragionano fonti contiane all'indomani - non può trattare con gli altri gruppi per il Quirinale. Serve una guida pienamente legittimata». Ma nei prossimi giorni potrebbe arrivare l'offensiva finale. Con una richiesta ufficiale di dimissioni del capogruppo. Anche se Conte getta acqua sul fuoco: «Il rinnovo dei direttivi M5s di Camera e Senato non nasce, come maliziosamente rappresentato, dalla sfiducia rispetto ai direttivi uscenti, che anzi hanno sin qui svolto un ottimo lavoro ma dall'esigenza di garantire piena funzionalità operativa nell'interesse del Movimento». E lancia un appello all'unità: «Chiedo a tutti di evitare strumentalizzazioni che possano esacerbare gli animi, forse a beneficio di qualche singolo ma non di certo del Movimento 5 Stelle. Quello che interessa per noi non sono caselle e posizioni di potere ma le scelte migliori che possano portarci a centrare gli obiettivi del Movimento. Tutti siano concentrati su questo». In attesa di sciogliere il nodo sul capogruppo nei prossimi giorni, Conte ha convocato per stasera alle 19 un'assemblea in cui annuncerà i nomi dei cinque viceche lo affiancheranno alla testa del Movimento.

Nella faida grillina si segnala la ripresa delle ostilità tra Di Maio e Fico. Complice l'esito delle comunali a Napoli: il numero uno di Montecitorio non è riuscito a eleggere consiglieri comunali della sua truppa. Di Maio gode e affila le armi.

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