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Giustizia, l'ok alla riforma. Le toghe verso lo sciopero

Il governo punta al via libera domani in Aula. I pm di sinistra contro l'Anm: "Troppo timida"

Giustizia, l'ok alla riforma. Le toghe verso lo sciopero

La maggioranza si ricompatta e le toghe si spaccano sulla riforma del Csm. Italia Viva annuncia l'astensione in Aula sul testo Cartabia che introduce un nuovo sistema elettorale per i vertici del Csm, fissa paletti stringenti per il passaggio da pubblico ministero a giudice e introduce lo stop alle porte girevoli tra magistratura e politica.

Il M5S parla di «svolta storica» ma annuncia l'astensione sull'articolo 12 che limita a uno solo i passaggi delle funzioni da pubblico ministero a giudice. L'Anm minaccia lo sciopero: la decisione definitiva sarà presa dall'assemblea il 30 aprile prossimo. In Parlamento la trappola degli emendamenti è neutralizzata dopo un vertice tra i ministri della Giustizia, Marta Cartabia e dei Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà, con i responsabili giustizia dei partiti di maggioranza. Intanto, in vista della battaglia referendaria nasce il comitato del No che annovera tra i promotori l'ex capo della Procura di Torino Armando Spataro.

La tregua chiude il primo round nella partita parlamentare. Il governo punta all'approvazione del provvedimento entro domani (fissata seduta notturna). Poi toccherà al Senato: il testo approderà nella prima settimana di maggio. Ieri c'è stata la discussione generale sul testo. Se l'intesa raggiunta tra le forze di maggioranza tiene, il governo è orientato a non mettere la fiducia. Altro punto di caduta è la decisione di non votare gli emendamenti dell'opposizione. I renziani restano però sul piede di guerra. Ettore Rosato e Cosimo Ferri bocciano la riforma. «Non cambia niente, è inutile» attacca Ferri. Forza Italia porta a casa il risultato e rivendica: «Fi vuole una riforma che valorizzi il lavoro dei tanti magistrati seri e per bene, finora ostaggio di gruppi di potere organizzati e ideologicamente orientati. Al tempo stesso, Forza Italia vuole una riforma che restituisca ai cittadini le garanzie proprie di una democrazia liberale» spiega il deputato di Forza Italia, Pietro Pittalis, intervenendo nell'Aula di Montecitorio. Via libera anche da Azione: «Ci sono le condizioni politiche perché il testo di riforma del Csm approvato dalla commissione Giustizia venga confermato dall'aula» rilancia Enrico Costa. Fdi chiede, con Carolina Varchi, che non venga posta la fiducia.

Le toghe si scagliano contro la riforma ma si spaccano. Magistratura democratica mette nel mirino l'Anm: «L'azione dell'Anm, nel contesto della riforma, ci è apparsa intempestiva, timida ed incapace di proposte idonee a dimostrare l'assunzione di responsabilità per la crisi, avendo privilegiato la conservazione dell'esistente, senza alcuna apertura al nuovo» scrive Md in una lettera inviata al presidente del sindacato delle toghe Giuseppe Santalucia. L'Anm convoca una conferenza stampa per prepararsi alla mobilitazione: «Non siamo una casta che si chiude al suo interno, abbiamo approfittato di ogni momento di confronto, siamo consapevoli che è necessaria una riforma, ma diversa da quella all'esame del parlamento, che guarda molto al passato, accentua la strutturazione gerarchica, accentra i poteri in capo ai dirigenti dell'ufficio e utilizza la leva del disciplinare per controllare i magistrati e indurre ad avere maggior timore nel momento in cui si approcciano al loro delicatissimo mestiere».

Lo sciopero resta sul tavolo.

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