Politica

"Italia come Polonia se vince FdI": pure Gori fa il verso a Letta

Il sindaco di Bergamo scivola sul paragone come già accaduto il segretario del suo partito, il Pd, che citando la Polonia come esempio negativo dimentica il fatto che per l'Occidente Varsavia è un riferimento

"Italia come Polonia se vince FdI": pure Gori fa il verso a Letta

Il Pd si conferma il partito della perseveranza. Se gli errori sono umani, quelli dei dem sono ormai talmente reiterati da far pensare che siano intenzionali. Dopo il segretario Enrico Letta, anche il sindaco di Bergamo Giorgio Gori decide di attaccare Giorgia Meloni citando, il negativo, il modello Polonia.

L'idea di Gori nasce da un passaggio del comizio di ieri in piazza Duomo a Milano della leader di FdI, che in riferimento all'Unione europea ha detto: "In Europa sono tutti preoccupati per la Meloni al governo e dicono cosa succederà? Ve lo dico io che cosa succederà: che è finita la pacchia e che anche l’Italia si metterà a difendere i propri interessi nazionali come fanno gli altri, cercando poi delle soluzioni comuni".

A Gori (e al Pd) il fatto che qualcuno possa ragionare come italiano prima ancora che come europeo non va proprio giù. Così, su Twitter ha commentato la lesa maestà della Meloni contro Bruxelles cadendo nello scomodo paragone: "Quando, rivolgendosi all’Ue, Meloni dice che la 'pacchia è finita, conferma che con la destra al governo l’Italia somiglierebbe alla Polonia, sovranista ed euroscettica. Rischiamo grosso: un’Europa più debole e un’Italia più isolata e indifesa. Altro che interesse nazionale".

La prima obiezione di questo ragionamento a dir poco antidemocratico oltre che antieuropeo, è già stata presentata al segretario del suo partito, Letta, che al Forum Ambrosetti di Cernobbio, issato su un piedistallo sul quale nessuno gli ha dato il diritto di porsi, ha inventato l'Europa a doppio standard, parlando di "serie A e serie B" continentali con Paesi come la Polonia e l'Ungheria in attesa di accogliere l'Italia nella cadetteria semplicemente perché non appartengono al "monocolore" che i sedicenti democratici vorrebbero impartire a tutti i governi Ue. La risposta gli arrivò direttamente dall'ambasciatrice polacca in Italia: "Dividere l’Europa in Paesi di serie A e di serie B significa dividerla in Stati membri di prima e seconda categoria. Se un simile messaggio dovesse raggiungere i cittadini di questi Paesi e rafforzare la loro convinzione di essere cittadini di prima o seconda classe, temo che tale opinione, molto antieuropea".

La seconda obiezione, è che forse né Letta né Gori si sono resi ancora conto che la Polonia, per il fatto di essere in prima linea da mesi nel sostegno all'Ucraina contro la Russia, è diventata un punto di riferimento non solo per la stessa Bruxelles, ma anche per gli Stati Uniti e per i vertici Nato, riuscendo a tutelare alla grande l'interesse proprio ma, indirettamente, anche quello dell'Ue (e quindi anche dell'Italia) che sta investendo miliardi nel supporto a Kiev.

Infine, c'è anche una terza obiezione che si potrebbe fare direttamente a Gori. Lo smemorato sindaco di Bergamo dovrebbe ricordare meglio di molti altri il baratro in cui l'Italia e il suo comune in particolare hanno rischiato di cadere durante la pandemia da Covid-19. Mentre benediceva qualsiasi aiuto proveniente dall'estero, compreso quello della Russia, Gori non si è accorto che da Varsavia arrivarono in Italia medici, paramedici e prodotti di protezione polacchi. Persino i privati, che con queste affermazioni vengono offesi, si mobilitarono attraverso gesti concreti per mostrare la loro solidarietà e il loro sostegno all’Italia sebbene la Polonia non sia tra i Paesi più ricchi d'Europa.

Per Gori, Letta e tutto il Pd, diventare "come la Polonia" sarebbe vergognoso.

Ma a conti fatti, visto che gli italiani non sono così sprovveduti, a forza di ripeterglielo li stanno spingendo a votare FdI con ancora più convinzione.

Commenti