Alla fine Giuseppe Conte ce l'ha fatta. È diventato presidente del Consiglio dopo una rocambolesca settimana di trattative tra Quirinale e maggioranza giallo-verde. Il giurista quasi sconosciuto al grande pubblico era stato costretto a sciogliere negativamente la riserva dopo le frizioni tra Mattarella e Salvini sul nome di Paolo Savona.
Ma ora è acqua passata. I 18 nuovi ministri hanno giurato al Colle nelle mani del Capo dello Stato e ora sono nel pieno delle loro funzioni. La prossima settimana riceveranno la fiducia dalle Camere e inizierà "davvero" la legislatura rimasta sospesa ormai dal 4 marzo scorso.
Conte nel pomeriggio è salito al Palazzo dei Papi con l'auto blu al posto del "solito" taxi usato quando era solo premier incaricato (guarda il video). Cambiano i ruoli e - chissà - anche la forma. Poi è andato a Palazzo Chigi per la classica cerimonia del passaggio di consegne, tra risate e imbarazzi per l'assenza della campanella. Ora il giurista è chiamato a far girare una squadra di governo dalla composizione molto variegata, divisa tra ministri di stretta osservanza "dimaiana" e fedeli "salviniani" di ferro. I due vicepremier, poi, saranno lì a tirarlo un po' per la giacca per quanto continuino a confermarne l'assoluta "indipendenza". Una novità dell'ultim'ora, però, c'è: sarà Conte e non il sottosegretario alla Presidenza Giorgetti a tenere le delege ai servizi segreti.
Intanto il primo Consiglio dei ministri, che si è riunito subito dopo il giuramento, ha deliberato la dichiarazione dello stato di emergenza per la difficoltà di accesso ai Comuni di Madesimo e Campodolcino, a causa dell'aggravamento della vasta frana a San Giacomo Filippo (Sondrio). Una prima manovra, simbolica e al tempo stesso necessaria, che dà il via ufficiale al governo grillo-leghista.
In attesa di fare il discorso ufficiale a Camera e Senato, Conte ha rilasciato solo poche parole alle persone che andavano a salutarlo al Quirinale durante le celebrazioni per la festa della Repubblica. E sono frasi indirizzate all'Europa e a chi, Germania in testa, nei giorni scorsi è sembrata molto preoccupata di vedere al potere un esecutivo targato Lega e M5S. "Rassicuriamo tutti - ha detto il neo-premier a un interlocutore - Non siamo dei marziani. Ci rafforzeremo in Europa".
A tranquillizzare i partner Ue, in realtà, ci aveva già pensato Mattarella assicurando un "ruolo da protagonista" per l'Italia nel Vecchio Continente.
E anche il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, ha ricordato che "nessun partito" della maggioranza "vuole lasciare l'euro". Da Tusk a Junker, passando per la Merkel, tutti si dicono pronti a collaborare con Conte. Solo il tempo dirà se sarà davvero così.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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