Il governo è pronto a dichiarare guerra ai giganti dell'economia digitale, da Google ad Amazon, passando per Facebook. Obiettivo? Costringerli a pagare le tasse sugli affari effettivamente realizzati in Italia, che oggi vengono sistematicamente eluse.
Sul tavolo del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, da qualche giorno c'è un piano che prevede l'applicazione di una ritenuta alla fonte del 25%, operata da banche e intermediari, sui pagamenti a favore delle multinazionali con sede all'estero. Per evitare l'imposizione anche nel Paese di residenza, a queste società verrebbe riconosciuto un credito d'imposta pari all'importo delle tasse versate in Italia. A meno che, e questo è il secondo tassello della strategia, queste società non decidano di dichiarare una "stabile organizzazione in Italia, con un proprio bilancio e redditi imponibili".
A proporre il piano, il sottosegretario all'Economia, Enrico Zanetti, che ne ha già discusso con il premier, intenzionato a portarla avanti. L'obiettivo è inserirla a giugno nel nuovo pacchetto di decreti legislativi di attuazione della delega per la riforma fiscale.
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