La lunga giornata di Conte tra promesse, risse e tensioni

Il primo giorno dell'esecutivo di M5S e Pd si è consumato tra risse verbali, contestazioni, bandierine e menzioni inaspettate. Come quella del leghista Massimo Garavaglia

La lunga giornata di Conte tra promesse, risse e tensioni

È stata la prima giornata della maggioranza del governo giallo-rosso, dopo la rottura del Movimento 5 Stelle con la Lega di Matteo Salvini. E, nel "secondo" primo giorno da presidente del Consiglio di Giuseppe Conte, in aula, si sono registrate (come spesso accade) diverse risse verbali, applausi bipartisan, ringraziamenti al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella (a cui conte ha dedicato un passaggio del suo discorso, definendolo "un riferimento imprescindibile per tutti") e persino citazioni inaspettate. Come quelle della Lega, che per sconfessare la nuova formazione voluta da Partito democratico e pentastellati, ha scelto di menzionare persino Antonio Gramsci.

La Lega e la citazione gramsciana

È stato Massimo Garavaglia, infatti, che, rimodulando il pensiero del fondatore de L'Unità sull'egemonia culturale, avvisa il M5S: "Quando la classe politica perde il consenso diventa classe dominante. Questo per voi sarà un problema".

Il duro intervento di Lollobrigida

E così, tra i banchi di Montecitorio, la nuova opposizione, formata da Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia, si è fatta sentire ed è infatti nel primo pomeriggio che ha inizio "l'assedio" alla nuova maggioranza. Uno degli interventi più duri è quello di Francesco Lollobrigida, capogruppo degli azzurri, che incendia i banchi dell'opposizione. In quella circostanza vengono espulsi i colleghi di partito Maria Teresa Bellucci (allontanata dall'aula) e Giovanni Donzelli, espulso e poi riammesso per il voto di fiducia. Lollobrigida, nel suo discorso contro i dem e il M5S, più di ogni altra cosa ha ironizzato su Luigi Di Maio, chiamandolo "Professore" e poi "Professore Ministro". E il nervosismo sale.

L'opposizione: "Onestà"

Dopo pochi minuti, dai banchi dell'opposizione si alza uno slogan caro al M5S. E quindi la parola "onestà", gridata più volte, si trasforma in un boomerang verso il partito fondato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. E poi, ancora, "elezioni".

"Giuseppi" Conti e il tricolore

Tra i banchi di FdI, il presidente del Consiglio diventa "Giuseppi", come lo aveva chiamato Donald Trump su Twitter, sbagliando il suo nome di battesimo. In aula, poi, compare anche un tricolore avvolto sulle spalle di Micaela Biancofiore, la deputata di Forza Italia. Che ha detto: "Fa parte del mio vestiario da stamattina. È una sciarpa". Ma arriva la replica del vice presidente della Camera, Ettore Rosato, che risponde: "Per le scelte dell'abbigliamento ognuno fa quello che ritiene. Ma credo che l'utilizzo del tricolore come sciarpa non rientri nel decoro del tricolore, prima ancora che di quest'aula".

L'attacco del M5S a Salvini

Ed è del pentastellato Riccardo Ricciardi l'affondo all'ex ministro dell'Interno leghista, ritenuto dal deputato il principale artefice della situazione: "Capisco le contestazioni, ma magari il responsabile di questa

situazione lo trovate al Papeete". Alla ripresa dei lavori del tardo pomeriggio, l'atmosfera non è cambiata. Il presidente della Camera, Roberto Fico, ha richiamato Lollobrigida, Giorgia Meloni e Fabio Rampelli.

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