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Colpo di spugna su multe a Ong: così distruggono i dl Salvini

Lunedì in consiglio dei ministri dovrebbe essere dato il via libera al nuovo testo sui decreti sicurezza: ecco la bozza delle nuove norme trapelata nelle scorse ore

Colpo di spugna su multe a Ong: così distruggono i dl Salvini

Se fino a poche ore fa quelle sul decreto sicurezza erano solo indiscrezioni, adesso invece il testo con le nuove norme che Palazzo Chigi porterà sul tavolo del consiglio dei ministri di lunedì sembra prendere forma.

Quei decreti, approvati dall'allora maggioranza gialloverde su input dell'allora ministro dell'Interno Matteo Salvini, dovrebbero quindi a breve subire la scure dell'esecutivo giallorosso. Da tempo il Partito Democratico premeva per una simile riforma, nel segno di una discontinuità con le politiche del segretario della Lega. Almeno ufficialmente, perché in realtà questa operazione ha tutta l'aria di essere uno sgarbo personale all'ex titolare del Viminale.

Ridimensionate le multe alle Ong

Già nei giorni scorsi si è parlato dei punti salienti del nuovo decreto in vista dell'approdo al consiglio dei ministri. In particolare, a trapelare è stata la notizia relativa al drastico ridimensionamento delle multe alle Ong, una modifica questa che è stata giustificata dai rilievi mossi dal Quirinale dopo l'approvazione del decreto sicurezza bis avvenuta nell'agosto del 2019. Alle organizzazioni che portano i migranti nel nostro Paese le sanzioni sono state quasi del tutto azzerate: "Nei casi di inosservanza del divieto o del limite di navigazione - si legge nella bozza del nuovo testo - la pena della multa è da Euro 10.000 ad Euro 50.000". Nel decreto voluto da Salvini invece, le sanzioni potevano arrivare anche a un milione di Euro.

Le altre novità sostanziali invece riguardano l'allargamento della casistica per il rilascio della protezione speciale, il ripristino del sistema di accoglienza diffusa e il via libera al ripristino dell'iscrizione all'anagrafe comunale dei richiedenti asilo. Fin qui le indiscrezioni arrivate dai corridoi politici romani. Adesso, a pochi giorni dal consiglio dei ministri fissato lunedì per approvare, tra le altre cose, anche le modifiche ai decreti sicurezza, sono uscite le prime bozze della nuova norma. A rivelarle è stata l'agenzia AdnKronos, la quale ha pubblicato stralci del testo che all'inizio della prossima settimana sarà sul tavolo di Palazzo Chigi. Oltre agli elementi prima richiamati, sono diversi i punti toccati dalla riforma: si va dal divieto delle espulsioni in Stati che violano i diritti umani, alle modifiche relative al permesso di soggiorno, passando per l'assegnazione al ministero delle Infrastrutture dell'autorità per vietare il transito delle navi.

Stop alle espulsioni in Stati che violano i diritti umani

“Non sono ammessi il respingimento o l'espulsione o l'estradizione di una persona verso uno Stato qualora esistano fondati motivi di ritenere che essa rischi di essere sottoposta a tortura o a trattamenti inumani o degradanti”: è questo uno dei passaggi fondamentali contenuto nella bozza del nuovo testo relativo ai decreti sicurezza.

“Nella valutazione di tali motivi – si legge ancora nel documento pubblicato dall'AdnKronos – si tiene conto anche dell'esistenza, in tale Stato, di violazioni sistematiche e gravi di diritti umani''.

Ma non solo, nella bozza sono previste altre fattispecie per questo specifico caso: "Non sono altresì ammessi il respingimento o l'espulsione o l'estradizione – è il punto contenuto nella bozza – di una persona verso uno Stato qualora esistano fondati motivi di ritenere che l'allontanamento dal territorio nazionale comporti una violazione del diritto al rispetto della propria vita privata e familiare, a meno che esso non sia necessario per ragioni di sicurezza nazionale ovvero di ordine e sicurezza pubblica”. Questa norma andrebbe di fatto a limitare ancora di più i casi per i quali è possibile attuare l'espulsione di un migrante dal territorio nazionale non in possesso dei titoli per rimanere. Verrebbero in tal modo aggirati i paletti posti dall'introduzione della protezione speciale voluta da Salvini nel precedente decreto sicurezza.

Le modifiche sui permessi di soggiorno

Per l'assegnazione dei permessi di soggiorno nel nostro Paese, è stata ripristinata la formula cosiddetta del “rispetto degli obblighi costituzionali e internazionali dello Stato in materia di rifiuto o revoca del permesso di soggiorno”, tolta nella riforma scritta da Salvini lo scorso anno. Ma non solo: così come si legge nelle bozze pubblicate nelle ultime ore, tutti i permessi di soggiorno potrebbero tornare a sono convertibili in permessi di lavoro. Questo “ove ne ricorrano i requisiti per protezione speciale – si legge – per calamità, per residenza elettiva, per acquisto della cittadinanza o dello stato di apolide, per attività sportiva, per lavoro di tipo artistico, per motivi religiosi, per assistenza minori”.

Al ministero delle Infrastrutture l'autorità per il divieto di transito e sosta delle navi

Novità anche per l'individuazione del ministero competente a vietare il transito delle navi in acque italiane. Nel precedente decreto sicurezza è stato stabilito che questa autorità spettasse al Viminale, di concerto con gli altri ministeri interessati, a partire da quello delle infrastrutture. La situazione adesso si è ribaltata: “L'autorità competente all'adozione del provvedimento di divieto di transito e sosta nel mare territoriale è il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti – si legge nella bozza della nuova normativa – Nel caso in cui questo provvedimento sia fondato su ragioni di ordine e sicurezza pubblica è adottato dal ministro delle Infrastrutture, su proposta del ministro dell'Interno, di concerto con il ministro della Difesa e previa informazione del presidente del Consiglio”.

Anche in questo caso il governo Conte II sembra voler prendere le distanze da quanto stabilito dal Conte I e da quanto voluto dall'ex ministro Matteo Salvini.

Quest'ultimo è stato il principale fautore del trasferimento di questa competenza in campo al Viminale.

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