Cronaca internazionale

Il governo Sánchez vuol "matare" la corrida. "Sadica e sleale". Sparito il premio annuale

Il ministero della Cultura decide di cancellare la tauromachia dalle arti riconosciute

Il governo Sánchez vuol "matare" la corrida. "Sadica e sleale". Sparito il premio annuale

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Un'altra banderilla sul corpaccione della tauromachia. Un'attività sempre più anacronistica, più lontana dai gusti degli spagnoli e che il governo di Pedro Sánchez continua a delegittimare. Un paio di giorni fa è toccato al ministro della Cultura Ernest Urtasun annunciare che eliminerà l'attività dal catalogo dei premi nazionali che assegna ogni anno alle discipline artistiche.

Per ora si tratta solamente di uno sbianchettamento temporaneo, ma l'intenzione del dicastero sembra essere l'esclusione definitiva di «los toros» da questi premi. La corrida era stata inserita nel 2011 nella lista delle altre attività artistiche meritevoli di un riconoscimento annuo, con le belle arti, la musica, il teatro e altre discipline: addirittura la sua dotazione finanziaria, pari a 30mila euro, era tra le più alte, ad esempio di 10mila euro superiore a quella destinata al vincitore per la letteratura. Il premio era stato istituito negli ultimi mesi del governo del socialista José Luis Rodríguez Zapatero, ed è stato assegnato per la prima volta nel 2013 al torero Francisco Manuel Ojeda Gonzalez. L'ultimo suo collega a riceverlo, Julián López «El Juli», nel 2023.

La decisione ha naturalmente diviso la Spagna tra anticorridisti e filocorridisti, riaccendendo un dibattito che va avanti da anni. Secondo il ministero della Cultura, infatti, la decisione di cancellare il premio annuo alla tauromachia è «un vero riflesso dei valori e dei sentimenti della società», sempre più preoccupata del benessere degli animali, e sempre meno interessata a frequentare le plazas de toros per assistere a un rito stantio. A partecipare agli spettacoli di corrida sarebbe infatti, secondo i dati relativi al 2021-22, soltanto l'1,9 per cento della popolazione. E non è un caso che nel 2020 venne cancellata dall'emittente Cadena Ser l'un tempo popolarissima trasmissione televisiva della domenica mattina dedicata alla tauromachia che durava dal 1980: in meno di cinque anni aveva perso il 75 per cento del suo pubblico.

In particolare il ministro Urtasun è un oppositore convinto di un'attività che secondo lui oltre a essere «sleale, sadica e spregevole» e a non avere «nulla a che fare con la cultura», non rappresenta più da tempo l'identità del Paese, che non può essere affidata certo a una pratica che la maggior parte degli spagnoli aborre o ignora. Nel 2016 lo stesso politico catalano, socialista e ambientalista, che all'epoca era un eurodeputato, si era opposto platealmente alla decisione della Corte Costituzionale di Madrid di annullare la legge catalana che vietava la corrida in Catalogna e aveva guidato un gruppo di 38 europarlamentari a prendere posizione.

Il ministero della Cultura segnala tra le ragioni per l'eliminazione del premio, la progressiva diminuzione del numero di festival di corride, che in quindici anni si sono più che dimezzati, passando dai 3.651 del 2007 ai 1.546 del 2022 e solo lo 0,17 per cento dei giovani utilizza il bonus culturale per assistere alle corride. Alcune comunità autonome come Catalogna e Isole Canarie non organizzano più corride e in altri territori le celebrazioni si sono molto ridotte.

Esiste però uno zoccolo duro di tauromani che accusano il colpo. Il giornalista Rubén Amón definisce Ernest Urtasun un «codardo» e arriva a sostenere che la misura aumenterà la reputazione della corrida come attività «trasgressiva e controculturale». Sia la Comunità di Castilla-La Mancha, guidata dal socialista Emiliano Garcia-Page (tra i principali oppositori interni di Sánchez nel Psoe) sia la Comunità di Madrid, guidata dal Partito Popolare, hanno già annunciato l'intenzione di creare dei propri premi «regionali» per la disciplina.

La corrida sarà anche impopolare, ma l'ultima «fiesta» è ancora lontana.

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