Il pianeta scuola è in fibrillazione alla vigilia di un confronto tra sindacati, presidi e ministero dell'Istruzione. Sotto esame soprattutto gli insegnanti ribelli, circa 170mila che nicchiano sul discorso vaccini. Ma a margine del Meeting di Cl, a Rimini, il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, si mostra fiducioso. «Abbiamo un set di regole chiare e dicono in maniera molto evidente che tutti coloro che hanno un Green pass sono dentro la scuola, saranno presenti all'inizio della scuola a settembre, invece coloro che non hanno un Green pass, come dice la norma attuale, ovviamente saranno sospesi».
Ma la teoria si scontrerà presto con la pratica nei diversi plessi scolastici che dovranno preoccuparsi di sostituire in tempi record gli insegnanti sospesi. A discapito della continuità didattica. E poi c'è il nodo da sciogliere riguardo ai presidi, che non hanno ancora sottoscritto il protocollo nazionale sulle nuove regole di sicurezza. In sostanza, i dirigenti bocciano il ruolo di sceriffi costretti a verificare chi sono gli insegnanti dotati o meno di green pass. Meglio tagliare la testa al toro. Antonello Giannelli, presidente dell'Anp, principale associazione dei presidi avverte: «Analizzare i certificati di centinaia di insegnanti quasi quotidianamente è una cosa inaccettabile. Bisogna invitare l'intero corpo docente a fare il vaccino obbligatoriamente. Il primo settembre i professori sono operativi per gli esami di riparazione e dovrebbero già essere immunizzati. Per legge». Per Giannelli, green pass e sospensione degli insegnanti che si rifiutano di presentarlo a scuola e perdita di stipendio non bastano. «Il green pass serve per gli avventori, nei ristoranti o nei cinema, ma tutti coloro che svolgono servizio pubblico hanno il sacrosanto dovere di vaccinarsi».
Nella polemica, Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute, spera in una conversione dell'ultima ora di molti indecisi. «Bisogna osservare cosa accadrà nelle prossime due settimane prima di valutare un eventuale obbligo ci spiega Gli insegnanti non vaccinati sono il 13%, concentrati per lo più in 4 o 5 regioni. Nell'ultima settimana vi è stata una notevole riduzione del personale docente non vaccinato».
Ma la scuola non manca di altri quesiti irrisolti. Come quello dei tamponi da pagare agli insegnanti fragili (ma chi sono esattamente?) e della quarantena. «Se in una classe un ragazzo risulta positivo, noi dobbiamo far scattare la dad per l'intera classe racconta Giannelli - Ma le assenze dureranno 7 giorni per i vaccinati e 10 per quelli non vaccinati? Noi abbiamo chiesto un protocollo per la gestione dei cluster, per ora non è chiaro il meccanismo». Anche qui Sileri spiega che le cose potrebbero cambiare. «La variante Delta ha un indice di trasmissibilità più elevato e può manifestare sintomi tra i 5 e i 7 giorni dal contagio, con un'incubazione di 48 ore. Non è escluso che queste raccomandazioni possano essere riviste in senso meno restrittivo, qualora i dati lo consentissero. Finalmente sono esentati dalla quarantena i passeggeri e l'equipaggio di un volo dove risulti presente un infetto, se vaccinati con doppia dose da almeno 14 giorni e se non seduti a due posti dal passeggero positivo».
Dunque la situazione potrebbe modificarsi in relazione al quadro pandemico autunnale. E il sottosegretario ha una certezza: «Con la ripresa delle attività al chiuso il numero dei contagi aumenterà. Tuttavia cresceranno anche i vaccinati. E i vaccini, dimostrano i dati, ci proteggono dalla malattia grave.
A quel punto, a finire in ospedale o a morire, saranno perlopiù persone non vaccinate». Insegnanti compresi, visto che l'attuale corpo docente ha superato abbondantemente i 50 anni, fascia ad alto rischio contagio per la Delta.
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