
Un Israele minacciato di genocidio e una Palestina invasa sì, ma dagli arabi. Le letture di questi giorni sono spesso inquietanti, ma quelle di 60 od 80 anni fa - col dovuto distacco - fanno capire molte cose, dando un'idea del livello di falsificazione storica imperante nella "narrazione" che oggi va per la maggiore. Il 1967 fu l'anno della Guerra dei sei giorni - la vittoria più netta di Israele - e segnò una frattura traumatica tra lo Stato ebraico e la sinistra comunista, ma fu anche l'anno di un appello, pubblicato da Le Monde, con un novero di firme impressionanti, prestigiose e trasversali. Mitterand, Ives Montand, Raymond Aron e tanti altri, manifestavano "solidarietà al popolo israeliano", sollecitando "gli statisti responsabili" a garantire "le condizioni per l'esistenza pacifica dello Stato di Israele, membro delle Nazioni unite, che un capo di Stato arabo minaccia di distruggere, in violazione del diritto internazionale e della morale umana".
Nello stesso frangente, un altro documento, firmato dai professori della Cattolica di Milano, attestava che il popolo di Israele stava "lottando per la propria sopravvivenza contro chi ne persegue e ne invoca apertamente lo sterminio". "La guerra scatenata nel Medio oriente - si legge - non può essere valutata alla stregua delle altre che la storia ha conosciuto". "Questa volta - prosegue - si dichiara di combattere avendo come unica e irrinunciabile meta un genocidio". Era dunque Israele, lo Stato degli ebrei, sottoposto alla minaccia di subire un "genocidio", poi divenuta parola d'ordine della narrazione ostile di sinistra e islamisti. E lo è ancora, minacciato.
D'altra parte il 15 maggio 1948, prima del voltafaccia sovietico, l'insospettabile Unità dava notizia dello scoppio della prima Guerra arabo-israeliana, descrivendola per quello che fu: un'invasione araba della Palestina. "L'Egitto in guerra con lo Stato di Israele. La Palestina invasa su un fronte di 50 chilometri" recita il titolo.
Tutta questa tragica storia viene proposta come una serie infinita di soprusi dei "sionisti" ai danni della "Palestina". Ma quel titolo conferma una verità storica oggi contro-intuitiva: in quella terra - la Palestina geografica, abitata da arabi ed ebrei - molto cose si sono viste, ma non è mai esistito niente che fosse un'entità statuale o nazionale araba chiamata Palestina.
Genocidio, invasione, Palestina. La narrazione che oggi riempie le piazze si basa su una propaganda faziosa e menzognera.
E lo stesso vale per le guerre - iniziate dagli arabi - e per le proposte di pace, avanzate da Israele e sempre rigettate dalla controparte. A qualcuno sembreranno sottigliezze, eppure niente, neanche una speranza di pace, si costruisce sulla menzogna.