MilanoChi l'ha conosciuto anche solo superficialmente, senza fare psicologia spicciola, non esita a definirlo una persona estremamente infantile, con evidenti carenze di natura affettiva e problemi derivati dall'infanzia. «Basti pensare che, come un bambino, si nascondeva negli angoli lungo la strada, scrivendo bigliettini, annotando una miriade di appunti con l'aria di chi deve celare chissà quale segreto. Comunque è l'ultima persona a cui affidare con serenità i propri figli» ci spiegano. Eppure Maurizio Maria L., 55 anni suonati, una condanna definitiva a 8 mesi nel 2006 per detenzione di materiale pedopornografico, ha esercitato fino all'anno scorso la sua professione di medico nel centro di psicopediatria di una notissima clinica privata milanese. Dove la direzione sanitaria si è dichiarata del tutto estranea alle sue perversioni da pedofilo quando, nel maggio 2014, gli investigatori del commissariato milanese «Lorenteggio» lo hanno arrestato per violenza sessuale su un paziente di 12 anni, oltre che per detenzione e produzione di materiale pedopornografico e atti persecutori in seguito agli sms con i quali aveva tempestato la sua giovanissima vittima.
All'epoca la polizia - intervenuta dopo la denuncia della famiglia del bambino insospettita dall'atteggiamento sempre più strano del dodicenne in cura dal professionista - ha capito subito che c'era dell'altro: quel pediatra che, peraltro, si fregiava di una specializzazione in psichiatria in realtà mai conseguita ma in nome della quale esercitava come psichiatra infantile, era sicuramente responsabile di altri abusi su minori. Inoltre bisognava «raddrizzare» una serie di errori che gli avevano permesso di continuare, indisturbato, a svolgere la sua professione. Per una svista, infatti, la sua condanna non figurava nel casellario giudiziale e lui non aveva mai scontato la pena perché gli era stata concessa la sospensione condizionale. L'Ordine dei medici, che non sapeva niente della condanna precedente, gli aveva inflitto un procedimento disciplinare, perché in sede civile era emerso che aveva sottoposto ragazzini a ispezioni corporali arbitrarie e non richieste. Quindi l'Ordine aveva convocato il pediatra più volte e lui non si era mai presentato. La conseguenza era stata una sospensione per due mesi.
Le indagini fatte nei mesi scorsi, mentre Maurizio Maria L. era già in carcere, hanno dato ragione agli investigatori. Dopo una rogatoria in Svizzera, dove il pediatra aveva un'altra abitazione oltre alla casa nell'hinterland milanese, i magistrati milanesi e la polizia hanno potuto sequestrare dei filmati nei quali si vedono bambini tra gli 8 e i 12 anni (ma ce n'è anche uno di appena un anno e mezzo!) con problemi comportamentali perché cresciuti in famiglie problematiche costretti a subire atti sessuali e «sevizie». Dalle immagini gli investigatori sono risaliti all'identità delle vittime accertate (11 in tutto) e il pediatra è a processo con rito abbreviato e senza la possibilità di sottoporsi prima a una perizia psichiatrica (richiesta inoltrata dal legale dell'ex pediatra, Fabio Liotta nell'udienza di martedì e respinta) per una lunga serie di imputazioni.
Negli atti si parla di «rituali esclusivi» tra il medico e i suoi giovanissimi pazienti che, secondo i magistrati, «instaurava rapporti confidenziali anche mediante attribuzione di nomignoli come cioccolatino magico, cherubino e folletto», poi «denigrava» i genitori dei bimbi «inducendo i minori a compiere atti sessuali e chiedendo di mantenere il loro segreto». Inoltre l'uomo raccontava ai bambini menzogne gravissime, spaventandoli con lo spauracchio che i piccoli «che avevano interrotto prematuramente le sue terapie» si erano poi tolti la vita. «Non si interrompe mai...
un percorso con lo specialista senza pagarne le conseguenze» ha scritto lo psichiatra a una delle sue vittime.Sempre dagli atti della magistratura emerge che il pediatra avrebbe anche portato un bambino in un parco divertimenti e poi passato la notte con lui in un hotel. Il processo proseguirà il 23 giugno.
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