Hamas in azione in Europa. Sventato attacco a Berlino

Smantellata una cellula terroristica che voleva colpire l'ambasciata israeliana e una base Usa

Hamas in azione in Europa. Sventato attacco a Berlino
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Hamas era pronta a colpire in Germania. Le autorità tedesche hanno sventato un piano che aveva come obiettivo l'ambasciata israeliana a Berlino e una base militare americana in Germania. Lo proverebbero le tracce trovate sullo smartphone di un sospetto terrorista, arrestato a dicembre nella capitale tedesca e accusato dalla procura di aver cercato luoghi in cui nascondere armi per il gruppo estremista. Secondo il domenicale Welt am Sonntag, il sospettato - di origini libanesi - ha ricevuto istruzioni da funzionari di Hamas in Libano e sarebbe l'esempio di quanto riferito mesi fa dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, certo che Hamas gestisca una rete di agenti in Europa, comandata dal Libano, e che mira ad attaccare obiettivi israeliani all'estero.

La notizia emerge mentre la guerra fra Hamas e Israele prosegue senza tregua a Gaza. Nel tentativo di fermarla e di liberare gli ostaggi, in settimana ripartiranno i colloqui, avviati sulla base di «nuove proposte» dei mediatori di Egitto e Qatar, con il coinvolgimento degli Stati Uniti. Oggi alle 18 si riunirà il Gabinetto di guerra israeliano dopo che ieri il capo del Mossad, David Barnea, è rientrato da un incontro a Parigi con il capo della Cia, William Burns, e il primo ministro del Qatar, Mohammed al-Thani. I parenti degli ostaggi sperano nel ritorno dei propri cari dopo 8 mesi. E per fare pressione sul governo israeliano e vincere la guerra della propaganda ieri Hamas ha diffuso un nuovo video in cui si vedono i cadaveri di quelli che, secondo i miliziani, sono alcuni ostaggi uccisi nei raid israeliani: «Ecco come li riporteranno indietro» si legge nel testo diffuso in arabo, ebraico e inglese.

Nella Striscia si combatte pesantemente, nonostante l'ordine della Corte internazionale di giustizia di fermare l'offensiva a Rafah, al confine con l'Egitto. Sarebbero 20 i palestinesi morti nei raid nel nord, uno contro una scuola. Tra loro almeno dieci bambini, che porterebbero a quasi 36mila i palestinesi uccisi nella Striscia (inclusi i combattenti di Hamas). I raid avrebbero colpito anche la Siria, prendendo di mira Hezbollah. Un drone ha eliminato due membri del gruppo libanese nel centro del Paese e l'operazione viene attribuita a Israele.

Dalla Spagna all'Unione europea si moltiplicano intanto le richieste perché Israele fermi l'offensiva su Rafah. Sia Madrid che il «ministro degli esteri» europeo Josep Borrell hanno sottolineato come la posizione dei giudici della Corte internazionale di giustizia (Cig) sia vincolante (anche se il tribunale non ha i mezzi per far attuare le sue decisioni). Il consigliere per la Sicurezza nazionale di Netanyahu, Tzachi Hanegbi, ha spiegato invece perché si va avanti: «La sentenza non vieta l'intera operazione militare a Rafah, non è un ordine generale. Quello che ci chiedono è di non commettere un genocidio e noi non lo commetteremo».

A Gaza, nel frattempo, a complicare l'ingresso degli aiuti si è aggiunto l'incidente a due navi americane, incagliatesi sulla costa di Ashdod a causa del mare in tempesta.

L'esercito ha avviato un'indagine dopo il video di un militare che a volto coperto minacciando di rifiutarsi di eseguire gli ordini se il governo si tirerà indietro dalla guerra. Il filmato è stato definito «pericoloso» dal leader di opposizione Lapid, «una grave violazione» dal capo di Stato maggiore Halevi.

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