
"Hamas ha perso il controllo sull'80% della Striscia di Gaza". Non è l'annuncio trionfale del portavoce dell'esercito israeliano, ma la rivelazione di un comandante del gruppo islamista alla Bbc, in cambio dell'anonimato. Lo scambio di messaggi con il giornalista della tv britannica sulla situazione a Gaza rivela che Hamas è kaputt. "Siamo realistici: non è rimasto quasi nulla della struttura di sicurezza. La maggior parte dei leader, circa il 95%, è ormai morta... Le figure attive sono state tutte uccise" ammette l'ex alto ufficiale ferito all'inizio della guerra. "La gente ha saccheggiato il più potente apparato di sicurezza di Hamas (Ansar), il complesso che utilizzava per governare Gaza" prosegue nei messaggi senza censure. "Hanno portato via tutto dagli uffici, materassi, persino pannelli di zinco e nessuno è intervenuto. Niente polizia, niente sicurezza".
Il gruppo terroristico ha perso almeno 20mila uomini sotto gli attacchi dell'Idf. A gennaio, però, almeno il 40% delle gallerie e bunker sotterranei erano ancora intatti. Gli arsenali di missili e razzi sarebbero stati ridotti dai bombardamenti al 15-20%. Il gruppo armato ha tentato di riorganizzarsi durate il cessate il fuoco e lo scambio di ostaggi con prigionieri palestinesi all'inizio dell'anno. Alla fine della tregua, in marzo, Israele ha ricominciato a martellare Hamas facendo a pezzi la struttura di comando e controllo. I terroristi riuscirebbero ancora a nascondersi sottoterra nel 20% della Striscia. "Quindi, cosa impedisce a Israele di continuare questa guerra?" si è chiesto l'alto ufficiale che non combatte più a causa delle ferite. "Logicamente continuerà fino alla fine. Ci sono tutte le condizioni - ha sostenuto con la Bbc - Israele ha il sopravvento, il mondo è in silenzio, i regimi arabi non fanno nulla e le bande criminali sono ovunque. La società è al collasso".
Nel caos della Striscia stanno prendendo piede i clan armati, che prima sottostavano agli ordini di Hamas, Jihad islamica e Comitati popolari di Resistenza. Adesso sta saltando tutto e si rischia l'anarchia. Uno dei clan più in evidenza sono i Tarabin guidati da Yasser Abu Shabab, che "collabora" con gli israeliani, ricevendo pure armi, anche se non lo ammette in pubblico. Beduino con addentellati dal Sinai al Negev aveva contatti in passato con l'Isis per il traffico di armi. Da qualche mese ha riciclato i giovani miliziani del clan nel Sud della Striscia, a Rafah, nella zona umanitaria di al-Mawasi, per scortare e controllare gli aiuti. Hamas è un gruppo "vile e spregevole" la cui "fine è vicina" ha dichiarato nelle ultime ore. "Non chiamateci milizia. Siamo gruppi che combattono il terrorismo nella Striscia" ha aggiunto senza peli sulla lingua.
Il 26 giugno, Barbakh, un altro clan, ha ingaggiato un conflitto a fuoco con Hamas nell'ospedale Nasser. Le grande famiglie di Gaza che possono mobilitare una milizia armata sono una dozzina.
L'obiettivo è rimettere in piedi il Comitato dei clan, che esisteva prima del 7 ottobre e gestire la delicata transizione se Hamas collasserà o deciderà di accettare la tregua, che difficilmente riporterà il movimento islamista a riprendere il controllo totale della Striscia. Il rischio, però, è di finire dalla padella alla brace con dei clan che vedono comunque Israele come il nemico numero uno, e hanno sempre avuto le mani in pasta in gran parte dei traffici criminali di Gaza.