
Donald Trump commemora il secondo anniversario del 7 ottobre ricevendo alla Casa Bianca Edan Alexander, l'israeliano-americano che ha trascorso 584 giorni prigioniero di Hamas, mentre in Egitto proseguono i colloqui su Gaza in quello che da più parti descrivono come un clima "positivo". Alexander, arrivato ieri nello Studio Ovale, è stato liberato dal gruppo militante a maggio, e si ritiene sia l'ultimo ostaggio statunitense sopravvissuto. Aveva già incontrato il presidente e la first lady Melania a luglio, e in quell'occasione ha rivelato che il trattamento riservatogli durante la prigionia era migliorato dopo l'elezione di Trump nel novembre 2024, definendo il tycoon "la persona che mi ha salvato la vita".
Ieri il comandante in capo ha inviato una lettera alle famiglie degli ostaggi in cui li ringrazia di averlo candidato al Nobel per la pace e di essere "deciso a riportare a casa tutti i prigionieri e ad assicurare la totale distruzione di Hamas, affinché questi atti orribili non si ripetano mai più". "Queste scene indicibili sono rimaste impresse nella nostra memoria e non le dimenticheremo mai - prosegue - Sappiate che restiamo fermamente impegnati a porre fine sia a questo conflitto sia alle ondate di antisemitismo, in patria e all'estero".
Sul fronte dei negoziati, invece, Trump vede una "reale possibilità" di raggiungere un accordo di pace a Gaza in questo momento, e "una volta che sarà raggiunto, faremo il possibile per assicurarci che tutti lo rispettino". In Egitto sono arrivati l'inviato speciale Usa Steve Witkoff e il genero del presidente Jared Kushner, che oggi si uniranno ai colloqui. Il primo round si è concluso "in un clima positivo" secondo Al-Qahera News, media collegato all'intelligence del Cairo, e anche fonti di Hamas hanno dato la medesima lettura. Pure The Donald sottolinea: "Sono andati molto bene. Vedremo cosa succederà entro la fine della settimana. Ma stanno andando molto bene". Secondo Channel 12, l'emittente più importante in Israele, le autorità israeliane "si stanno preparando al rilascio degli ostaggi all'inizio della prossima settimana. Witkoff e Kushner non si fermeranno per più di due o tre giorni e si stima che la firma avverrà entro il weekend, se non ci saranno sorprese". "Israele chiederà di ricevere tutti gli ostaggi vivi entro un giorno, e dopo anche i morti".
Una fonte palestinese fa sapere che Hamas nel corso dei negoziati avrebbe "accettato di consegnare le sue armi a un comitato egiziano-palestinese, rifiutando categoricamente di affidare la gestione della Striscia a un comitato di transizione internazionale". Il movimento "propone di negoziare la gestione di Gaza con l'Autorità Nazionale Palestinese e rifiuta la presenza di Tony Blair come governatore, pur accettando che assuma un ruolo di monitoraggio a distanza", precisa. Inoltre, vuole che una delegazione guidata dal suo capo negoziatore Jalil al-Hayya gestisca i negoziati con Israele tramite mediatori, mentre un'altra negozi con l'Anp per affidare l'amministrazione della Striscia a un comitato amministrativo affiliato al governo palestinese. E chiede "un cessate il fuoco per recuperare gli ostaggi israeliani, la cui liberazione avverrebbe entro una settimana".
Prima di iniziare il processo di rilascio degli ostaggi, tuttavia, Hamas vuole (stando ad altre fonti dei mediatori) "come condizioni per un cessate il fuoco, il ritiro delle forze israeliane dalle aree chiave e dai quartieri residenziali di Gaza". E continua a insistere per includere nelle liste dei palestinesi da rilasciare in cambio degli israeliani sei detenuti che stanno scontando l'ergastolo nelle carceri dello Stato ebraico, tema che sarebbe considerato tra quelli di più difficile soluzione.
Il segretario di stato americano Marco Rubio, da parte sua, ribadisce la "determinazione" degli Usa a impedire
che si ripeta un altro 7 ottobre. "Sotto la guida di Trump - afferma - l'America sta guidando gli sforzi per ottenere il rilascio di tutti gli ostaggi, porre fine al dominio di Hamas a Gaza e promuovere una pace duratura".