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"Ho subito un linciaggio mediatico ma da quei giornalisti niente scuse"

La consigliera di Fdi racconta l'odissea vissuta dopo il programma di Formigli: "Mi hanno braccato con le telecamere come una delinquente"

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Una volta tanto i magistrati non hanno colpe. «Anzi - dice Chiara Valcepina, consigliere comunale di Fratelli d'Italia a Milano - non potevano fare altro che aprire un fascicolo, dopo che gli è arrivato l'esposto. E quando mi hanno avvisato di essere indagata la notizia non è finita sui giornali». A risultare indigeribile alla Valcepina, e a costringere a farsi alcune domande, è ciò che ha preceduto e aperto l'inchiesta ora sgonfiata in nulla, che insieme a lei vedeva indagato l'eurodeputato Carlo Fidanza: il «linciaggio mediatico» di cui l'avvocato milanese si è sentita vittima.

Come è cominciata?

«Ero sul palco del Teatro Manzoni per un evento su giustizia e legalità. Mi chiamano e mi avvisano che c'è il video su Fanpage che mi chiama in causa. Poi mi telefona mio padre, mi dice che su La7 Corrado Formigli stava già rilanciando la cosa sul suo programma, e che fuori dal teatro c'era appostato il suo inviato».

Come se l'è cavata?

«Andandomene via in taxi. Ma da quel giorno è stato l'inferno. Una aggressione totale, pazzesca. Venivo braccata ovunque dalle loro telecamere come un delinquente, mi sono trovata sommersa dal fango mediatico in mondovisione, non potevo uscire di casa perché erano appostati».

Ha visto il servizio?

«Un taglia e cuci di eventi pubblici e soprattutto privati girati da questo signore, questo giornalista».

Lo ha conosciuto?

«Certo, si è presentato sotto falso nome dicendo di voler partecipare alla nostra campagna».

Conseguenze?

«Devastanti. Ero appena arrivata in Consiglio comunale come prima degli eletti, ma a questi signori la democrazia interessa poco. Sono entrata in aula scortata dalla Digos passando in mezzo ai Sentinelli e altra gente che me ne dicevano di tutti i colori, urlavano che dovevo dimettermi, che non ero degna di fare parte del Consiglio. Anche sul lavoro clima pesante, io vivo in tribunale, sono stata consigliere dell'Ordine degli avvocati, conosco decine di giudici. L'imbarazzo era palpabile».

Adesso arriva la richiesta di archiviazione.

«L'ha letta? La mia posizione era talmente irrilevante, talmente priva di elementi a sostegno, che di me quasi non si parla. Eppure Fanpage si guarda bene dal chiedermi scusa».

Sul giornalista-infiltrato non aveva mai avuto sospetti?

«L'ho incontrato una volta in studio, poi si era fatto insistente, assillante, e allora ho iniziato a dargli del lungo per togliermelo di torno. Dal 9 settembre è sparito, poi me lo sono ritrovato a un aperitivo elettorale, non certo invitato da me. Adesso mi auguro solo che vengano depositati non solo gli spezzoni di filmato che ha usato ma anche le ore e ore che ha girato, e dove devono esserci anche le mie reazioni davanti alle sue insistenze. Ma quelle ovviamente non le hanno mandate in onda.

Preferivano mandare in onda filmati presi chissà dove di saluti romani fatti da gente che non ho mai visto».

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