È una specie di enciclopedia del potere russo: 6mila persone senza le quali il regime non andrebbe avanti un giorno. La radiografia del nocciolo duro dell'élite putiniana è opera della Fondazione contro la corruzione del dissidente Alexei Navalny, in carcere ormai da più di un anno. Il suo team di lavoro ha diffuso ieri l'elenco dei «complici» del leader del Cremlino, chiedendo sanzioni per tutti (oggi quelli colpiti dai provvedimenti occidentali sono circa 900). «Non è mai successo che si pensi a sanzioni per 6mila persone? Se è per questo non c'è mai stata nemmeno una guerra in Ucraina», ha scritto il braccio destro di Navalny Leonid Volkov. «Tempi estremi richiedono soluzioni estreme. Vogliamo essere sicuri che tutti i responsabili della guerra siano chiamati a rispondere delle loro responsabilità».
Gli elenchi sono divisi in varie categorie: si va dagli uomini degli apparati della sicurezza ai militari, fino ai funzionari corrotti. Molti nomi sono scontati e già oggetto di provvedimenti da parte di Europa e Stati Uniti. Altri sono più sorprendenti. Tra i potenziali «sanzionandi», c'è perfino un italiano: Lanfranco Cirillo, l'architetto dell'ormai famoso «palazzo di Putin», gioiello miliardario sulle rive del Mar Nero. Cirillo, che ha anche la cittadinanza russa, vive gran parte del suo tempo a Mosca, da dove gestisce le sue attività immobiliari e finanziarie attraverso delle società cipriote. Altro straniero dell'elenco è il tedesco Matthias Warnig, l'ex spia della Stasi a cui Putin ha affidato la presidenza del Gasdotto North Stream 2, bloccato dall'inizio della guerra.
Quanto ad altri nomi conosciuti in Italia, in primo piano c'è quello dell'astronauta Valentina Tereskova, 84 anni, prima donna a viaggiare nello spazio nell'ormai lontano 1963. La Tereskova, che figura nell'elenco insieme alla figlia Yelena, è diventata negli ultimi anni uno dei personaggi immagine del partito di Putin. Secondo gli uomini di Navalny, possiede delle proprietà in Italia che sarebbero intestate ad alcuni familiari.
Quello di parenti e prestanome è uno dei capitoli più lunghi e curiosi. Secondo la Fondazione anti-corruzione non c'è uomo del potere russo che non affidi la titolarità delle proprie ricchezze a genitori, cugini, perfino alle suocere. Tra i beni da congelare ci sono per esempio quelli della cognata di Serghei Shoigu, a cui sarebbero intestate buona parte delle proprietà del Ministro della difesa. Lo stesso si può dire della mamma del presidente della Duma Viacheslav Volodin. Si potrebbe continuare all'infinito e Putin non fa eccezione. Il movimento di Navalny segnala il ricco patrimonio della ginnasta Alina Kabaeva, secondo diffusi rumors attuale compagna del presidente. Anche in questo caso alcuni beni sarebbero in realtà intestati alla suocera, Lyubov. Lo stesso si può dire di Svetlana Krivonogikh, altro passato flirt attribuito a Putin, da cui avrebbe avuto anche una figlia.
Nel capitolo dei propagandisti non mancano i nomi che attirano l'attenzione. Primo tra tutti quello di Ksenya Sobchack, figlia di Anatoly, sindaco di San Pietroburgo nei primi anni Novanta, lo scopritore di Putin. Nel 2018 la Sobchack, si è presentata candidata, con scarso successo, alle elezioni presidenziali in contrapposizione allo stesso Putin. Ma proprio questo sarebbe stato il servizio reso al regime: interpretare un facsimile di opposizione. Centinaia, come ovvio, sono i dirigenti e i giornalisti dei canali televisivi di proprietà pubblica o semi-pubblica messi sotto accusa. Ci sono nomi noti solo in Russia e c'è anche chi si è fatta notare sulle tv italiane.
Una di queste è Nadana Friedrichson, combattiva protagonista di alcune trasmissioni di Lilli Gruber, commentatrice di Zvezda tv, emittente di proprietà del Ministero della Difesa: gli uomini di Navalny la indicano come una delle più fedeli interpreti del verbo putiniano.
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