Le compagnie aeree possono fallire. I precedenti in Europa non mancano: la svizzera Swissair fallì nel 2002 e si fuse con Crossair, diventando Swiss International Airlines. Nel 2005 fu assorbita da Lufthansa. Swissair fu travolta da politiche infelici e da una valanga di debiti, con essa scomparvero così migliaia di posti di lavoro e un autentico fiore all'occhiello dell'economia elvetica: una compagnia che, ancora negli anni Novanta, veniva definita la «banca volante», per la sua solidità finanziaria; un brand che era sinonimo di eccellenza e professionalità nei cieli. Ma il suo destino fu inglorioso. Da vanto della Svizzera nel mondo, a vittima del più grave dissesto della storia economica della Confederazione elvetica.
In Belgio, Sabena fallì nel 2001. Nacque Sn Brussels Airlines, che nel 2007 si fuse con Virgin Express. Nel 2009 entrò, anche qui (al 45%), la salvifica Lufthansa. Infine l'ungherese Malev: fallì nel febbraio 2012, dopo che l'Unione Europea le impose di restituire gli aiuti di Stato ricevuti fra il 2007 e il 2010, su ricorso della concorrente low cost Wizzair. Nel 2007 era stata privatizzata, cedendola per un'inezia» a un consorzio russo.
Poi fu acquisita da una banca russa e quindi rinazionalizzata, dopo che il traffico passeggeri era crollato. Oggi più della metà del traffico di Budapest è coperto da Ryanair e Wizzair, che ha assorbito parte dei dipendenti di Malev.
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