"I dazi ci consentiranno di sostenere i più deboli"

Trump promette un dividendo per i redditi bassi. Nell'impasse europeo la Germania tratta per sé

"I dazi ci consentiranno di sostenere i più deboli"
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A tre giorni dall'entrata in vigore della tariffa del 15% sulle esportazioni europee, si intensifica il pressing di Bruxelles per ottenere da Washington il rispetto dell'intesa raggiunta tra Ursula von der Leyen e Donald Trump. Mentre l'Ue si prepara a congelare per sei mesi il listone di controtariffe da 93 miliardi, in attesa che si concretizzino le promesse statunitensi, da Oltreoceano il presidente americano rilancia la sua strategia commerciale, annunciando che i dazi porteranno benefici diretti ai cittadini Usa.

"Le centinaia di miliardi di dollari generati dai dazi serviranno a ridurre il debito pubblico ma anche ha aggiunto a finanziare una sorta di dividendo per i cittadini, direi per le persone a medio e basso reddito", ha dichiarato Trump, che non ha risparmiato l'ennesima stoccata a Joe Biden. "Avremmo dovuto ridurre il debito molti anni fa, e io l'ho fatto durante il mio primo mandato con la Cina. Non siamo riusciti a fare il resto a causa del Covid. Poi è arrivato Biden e ha rovinato tutto", ha specificato.

Dall'altra parte dell'Atlantico, la Commissione Ue mantiene una linea dialogante. Il voto sulla sospensione delle misure è slittato di 24 ore e si terrà oggi, ma l'intento non cambia: Bruxelles vuole evitare l'escalation. "L'accordo ripristina la stabilità e la prevedibilità per i cittadini e le imprese su entrambe le sponde dell'Atlantico", ha dichiarato il portavoce dell'esecutivo comunitario Olof Gill. Ma la Commissione fa anche capire che ora la palla è nel campo di Washington. "Gli altri elementi dell'accordo devono essere attuati dagli Stati Uniti", ha ribadito.

Nella pratica, Bruxelles si aspetta l'abbassamento effettivo dei dazi sulle auto dal 27,5% al 15%, il rispetto delle quote di importazione, e l'esclusione di settori strategici come acciaio, alluminio, aerei e farmaci dal nuovo regime tariffario. Ma a oggi il percorso è in salita, e il malcontento inizia a emergere apertamente anche tra i governi nazionali.

In particolare, la Germania rompe i ranghi. Il vicecancelliere e ministro delle Finanze Lars Klingbeil, in missione a Washington, ha espresso tutta la sua frustrazione per come l'Europa ha gestito la trattativa. "Penso che siamo stati troppo deboli. Non possiamo essere soddisfatti del risultato raggiunto", ha affermato. Klingbeil che ha incontrato il segretario al Tesoro americano Scott Bessent per trattare direttamente una regolamentazione delle quote sull'acciaio. "Sarebbe molto importante per l'industria siderurgica tedesca e per molti posti di lavoro in Germania", ha spiegato, sottolineando la necessità di trovare uno spazio di esenzione o di dazi ridotti per le esportazioni tedesche. Un'iniziativa che rischia di aprire la stagione delle deroghe bilaterali.

Nel frattempo, anche l'Italia prova a muoversi con una propria agenda, partendo dalla filiera del vino. A Palazzo Chigi si è tenuto ieri un vertice con i rappresentanti del settore vitivinicolo, preoccupati dai dazi americani. La premier Meloni è intervenuta a sorpresa per annunciare iniziative a sostegno della filiera, uno scudo del governo per difendere un prodotto "non rimpiazzabile". L'Italia cercherà di spiegare anche agli americani che c'è una serie di prodotti che "difficilmente" può essere sostituita da produzioni nazionali. "Questo vale molto per alcuni prodotti italiani, anche per quello del vino", ha rimarcato. Il governo si è impegnato a "fare del suo meglio, entro l'accordo quadro, per giocare alcune partite, come nel caso del vino, per arrivare ad una intesa con dazi zero". Prevista una campagna istituzionale per il rilancio dei consumi sul mercato interno e per la promozione del vino made in Italy sui mercati internazionali. Appello accolto positivamente da Coldiretti.

"La partecipazione del premier Meloni è un segnale importante in un momento complesso per il comparto", ha dichiarato il presidente Ettore Prandini. Tra le richieste dell'associazione: fondi per l'internazionalizzazione, sgravi fiscali per investimenti in sostenibilità e sostegno all'enoturismo.

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