I grandi finanziatori puntano su Bush e Clinton

Per Jeb il SuperPac più ricco: 49 milioni di dollari. Trump si finanzia da solo

Valeria RobeccoNew York Sono Jeb Bush e Hillary Clinton i candidati preferiti dai grandi finanziatori della campagna elettorale per le presidenziali americane. Ma nell'Eldorado dei fondi destinati alla politica tornano sulla scena a gran voce anche i cosiddetti shadow donors. Si tratta di donatori ombra, quelle società difficilmente riconducibili a persone fisiche che mettono a disposizione portafogli cospicui per candidati nella maggior parte dei casi vicini all'establishment sia repubblicano che democratico. Mentre in New Hampshire si sono concluse le primarie, arriva la conferma che i cento maggiori finanziatori di Usa 2016 hanno speso finora 195 milioni di dollari per sostenere i candidati più vicini ai loro interessi. Ben oltre i 155 milioni spesi - secondo la Commissione Elettorale Federale riportati dal sito Politico - dai due milioni di donatori più piccoli.Sebbene Jeb Bush arranchi nei sondaggi delle primarie repubblicane, il Super Pac che lo sostiene è quello che ha raccolto più denaro, 49 milioni di dollari, e anche il maggior numero di donatori tra i primi cento, ossia 46. Lo tallona l'ex first lady Hillary Clinton, front runner tra i democratici, il cui Super Pac ha incassato 46 milioni di dollari da 24 donatori. Di questi, otto milioni di dollari dallo squalo della finanza di origini ungheresi George Soros, al quinto posto della top 100. Nelle casse della campagna del beniamino dei Tea Party, Ted Cruz, sono finiti invece 36,7 milioni di dollari da 5 donatori, quattro dei quali sono tra i primi sei nella lista di Politico. Il vincitore del caucus in Iowa può contare sul sostegno del tycoon dell'energia Wilks del Texas, del magnate degli hedge fund Bob Mercer, dell'investitore del settore energetico Toby Neugebauer, e degli industriali dell'Illinois Dick e Liz Uihlein. Il giovane senatore della Florida Marco Rubio, invece, ha raccolto 22,4 milioni di dollari da 14 finanziatori. Con il proseguire della campagna, i candidati che andranno avanti tenteranno di conquistare l'appoggio dei donatori dei colleghi che si sono già ritirati per rafforzare il proprio portafoglio. L'unica voce fuori dal coro è Donald Trump, che si finanzia quasi esclusivamente con il suo patrimonio da nove miliardi.Un capitolo a parte lo meritano gli shadow donors, i cosiddetti finanziatori occulti, spesso fondi speculativi o società veicolate difficilmente riconducibili a persone fisiche e legate al mondo della grande finanza e imprenditoria americana. Sinora, oltre quattro milioni di dollari provenienti da shadow donors sono stati incanalati verso i candidati in corsa per le nomination repubblicana e democratica. In particolare, cospicui assegni provenienti da società o no-profit che non hanno rivelato i nomi dei donatori sono stati indirizzati ai Super Pac di Rubio e Clinton. Al primo sono arrivati tra gli altri 500mila dollari dalla misteriosa IGX LLC e 90 mila dollari dalla TMCV #2 LLC. In campo democratico, una controllata senza scopo di lucro della American Bridge 21st Century, che non ha l'obbligo di dichiarare i suoi donatori, ha versato 1,5 milioni di dollari. Della American Bridge si sa che è stata fondata dal sostenitore dell'ex first lady David Brock. I finanziatori occulti sono sempre stati motivo di polemiche, ed è a loro che Bernie Sanders si riferisce quando attacca duramente Hillary.

Il problema era emerso anche nel 2012, quando un'organizzazione non meglio conosciuta donò un milione di dollari al Super Pac del repubblicano Romney, per scoprire poi che si trattava di un fidato manager della sua vecchia società.

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