I kamikaze filmati prima dell'esplosione Un terzo terrorista in fuga: è caccia aperta

Matteo Basile Sono in tre. Due hanno un maglione nero, l'altro una giacca chiara e un cappello. Spingono un carrello all'interno dell'aeroporto di Bruxelles. Sono loro gli attentatori di Bruxelles, filmati pochi minuti prima delle esplosioni. Secondo la polizia, che ha diffuso la foto, i primi due, quelli vestiti di nero, sono i kamikaze che si sono fatti saltare in aria nello scalo di Zaventem e sarebbero entrambi morti. Ma c'è anchen l'ipotesi che il kamize sia soltanto uno e l'altro abbia fatto esplodere un ordigno. L'altro uomo col cappello e la giacca chiara sarebbe invece vivo e in fuga. «La polizia cerca di identificare quest'uomo», scrive la polizia belga in un post pubblicato su Facebook aggiungendo di contattare le autorità nel caso qualcuno lo riconosca, garantendo «massima discrezione». L'immagine, col senno di poi, è terribile. I due presunti kamikaze spingono il carrello portabagagli ma la loro mano sinistra non si vede. È coperta, forse da un guanto nero, quasi certamente perché è quella in cui tengono il detonatore delle cinture bomba che azioneranno di lì a poco. Il terzo uomo, adesso ricercato in tutto il Belgio e non solo, ha le mani scoperte e in apparenza libere. Il suo volto è in parte coperto dal cappello e da un paio di occhiali. Potrebbe essere una delle menti dell'attacco, una sorta di coordinatore che ha accompagnato i kamikaze fino al punto prescelto per l'esplosione senza prendere parte attivamente all'attacco per poi fuggire sfruttando il caos successivo all'attentato. I tre attentatori non hanno per ora un nome ma l'uomo che si è dato alla macchia somiglia molto a uno dei fiancheggiatori dei terroristi coinvolti nella strage di Parigi del 13 novembre scorso, il che confermerebbe la mano comune nella scia di sangue e terrore che sta colpendo l'Europa. A rafforzare l'ipotesi anche l'indiscrezione secondo cui l'esplosivo utilizzato a Bruxelles sia lo stesso usato a Parigi. E, dettaglio inquietante, emerge che le bombe fatte esplodere ieri contenevano chiodi. Lo scopo evidente quindi era quello di uccidere o almeno di ferire in maniera grave quante più persone possibili. Dagli ospedali della capitale infatti si apprende che in molti tra i feriti hanno riportato tagli e profonde lacerazioni, costringendo in diversi casi i medici a ricorrere all'amputazione di arti. Subito dopo le esplosioni è partita la caccia all'uomo con perquisizioni e controlli a tappeto. Due sospetti sono stati arrestati a un paio di chilometri della stazione metro di Maelbeek, alla Gare du Nord, ma in serata è emerso che i due potrebbero non essere collegati direttamente agli attentati. La polizia comunque, duramente criticata per le carenze a livello di intelligence, ha scelto di comunicare meno dettagli possibili e ha chiesto il silenzio sulle operazioni in corso. Gli attentati di Bruxelles sono stati rivendicati dall'Isis.

Sui propri account semi-ufficiali viene consigliato «ai fratelli in Belgio» di non comunicare se non in maniera criptata e si torna a minacciare l'Europa: «Promettiamo agli Stati crociati e a quelli che si alleano contro lo Stato Islamico giorni ancora più oscuri». Dopo la morte, di nuovo, il terrore.

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