Si chiama Mare Nostrum ed è un computer gigantesco. Si trova a Barcellona. Serve per analizzare una mole enorme di dati e trarne dei significati comprensibili. A giugno è arrivato al suo quarto ampliamento. La sua capacità di calcolo è distribuita in due blocchi differenti e arriva a 13.7 Petaflops. Ha un grandissimo valore per la scienza, è usato dalla fisica all'astrofisica, dalla biomedicina all'ingegneria, dalla fisica dei materiali all'industria. Utilizzato per progetti di ricerca sui cambiamenti climatici, sulle onde gravitazionali, per cercare un vaccino contro l'Aids, combattere cancro e radiazioni, studiare progetti energetici.
Lo studio di masse enormi di dati per prevedere il futuro e analizzare fenomeni richiede strumenti all'avanguardia. I Big Data sono il futuro. Secondo il Politecnico di Milano, il mercato dei Big Data in Italia vale 1,1 miliardi di euro e sta crescendo: +22% nel 2017. Le aziende italiane li utilizzano e assumono personale specifico per studiarli: un'impresa su due ha assunto uno o più data scientist. Anche se le imprese italiane stanno investendo il processo di trasformazione è ancora lungo: solo il 17% delle aziende ha raggiunto un buon livello di maturazione tecnologica.
Anche la Lombardia usa i dati per prevedere il futuro. L'algoritmo delle previsioni su salute e ambiente è in fase di studio. Sarà possibile attraverso un algoritmo «predittivo» che sarà brevettato entro fine anno. Gli esperimenti effettuati hanno mostrato che l'algoritmo funziona ed è preciso e che riesce a districarsi incrociando un miliardo di dati. Aiuterà a prevedere patologie, capire le dinamiche ambientali e prevenire l'inquinamento.
Fino a poco tempo fa, i dati venivano solo conservati. Adesso verranno messi in relazione, gli uni con gli altri per permetterci di comprendere i fenomeni. Forse questi dati non ci salveranno, ma di sicuro ci aiuteranno. SM
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