I "mingitori barbari" della movida di Pavia La basilica del XII secolo diventa vespasiano

Don Patrizio ha installato le telecamere: «Sconcertato dal disprezzo per la bellezza»

I "mingitori barbari" della movida di Pavia La basilica del XII secolo diventa vespasiano

Eccoli i nuovi barbari. Fotografati mentre orinano sulla facciata di una chiesa del dodicesimo secolo. Eccoli, che riducono a un vespasiano la splendida San Teodoro, gioiello romanico incastonato nel centro di Pavia. «Sciagurata inciviltà» protesta don Patrizio Faggio, che ha deciso di pubblicare su Twitter le foto di quelli che definisce i «mingitori barbari», annunciando che consegnerà i video alla polizia «come documentazione della denuncia».

Forse «non sanno quello che fanno» le orde più ottuse della cosiddetta movida. E purtroppo molti sono studenti. Stazionano nelle vie del centro, spesso e volentieri con la birra in mano, poi bivaccano sui sagrati - Duomo compreso - percorrono pochi metri fra i vicoli medievali e girato l'angolo soddisfano i bisogni fisiologici dove capita, guidati dalla fretta e dall'ignoranza. E se è maleducazione massima usare come bagni pubblici le facciate delle case, trasformare in orinatoio una basilica antica di quasi mille anni diventa un vero sacrilegio, e uno scempio. Ed è sconcertato il parroco, di fronte a questo oltraggio, a «questo disprezzo per la bellezza», «per il valore artistico, storico, religioso» del luogo. «Tanti vengono a visitare la chiesa - racconta - la guardano con rispetto e ammirazione, anche estetica. Molti pregano, ovviamente. E poi vedere questi individui che fanno questi atti che stridono con la civiltà lascia sconcertati». Meno di un mese fa, di fronte alle fiamme che stavano devastando la cattedrale di Notre Dame, si parlò di un segno che sembrava presagire il tramonto della cristianità. Ma questi piccoli segni non sono meno inquietanti. «Quell'incendio non era doloso, si spera - riflette il parroco - forse al massimo era dovuto a incuria, non penso che qualcuno abbia deliberatamente voluto danneggiare la cattedrale di Parigi. Qui forse non c'è cattiveria, forse più ignoranza, ma è un'azione intenzionale. E ciò che colpisce è anche l'indifferenza degli amici, degli altri, una complicità implicita in chi non orina». Ogni tanto esce fuori, il parroco, e li sorprende: «Suonate, venite, usate i servizi all'interno».

Ha uno sguardo amareggiato e pietoso don Patrizio, che ha subito fatto installare le telecamere due anni fa, quando è stato chiamato a guida la parrocchia nel cuore di Pavia, in quel quartiere anticamente abitato da pescatori e barcaioli. «Che differenza c'è - chiede - tra questi nuovi barbari che orinano sulla facciata della basilica e i cani? Nessuna. Entrambi i soggetti non colgono il valore di ciò che sta davanti al loro uccellino». «Almeno si potesse dare un taglio!» scherza. «Cerco di usare anche l'ironia - ammette - uno sguardo compassionevole e un po' ironico, io non voglio fare il moralista».

Già un anno fa don Patrizio aveva denunciato questo scempio, affiggendo al portone di San Teodoro foto simili. Allora questa «deterrenza» era parsa utile, ma con la primavera i «mingitori barbari» sono tornati, più ignoranti che mai.

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