I pizzini degli scommettitori: «Se ci beccano, finiamo dentro»

L'inchiesta di Catanzaro si allarga e coinvolge nuovi club. C'è anche la Salernitana di Lotito: "Bugie su di me, vado avanti come un treno". Mattarella: "Fa indignare, serve severità"

I pizzini degli scommettitori: «Se ci beccano, finiamo dentro»

Roma - Quando si sgonfia il pallone, pure se si tratta di quello che rimbalza sui ruvidi campi delle serie inferiori, il vento soffia a lungo. E «Dirty soccer», il nome che la Dda di Catanzaro ha affibbiato all'ultima indagine sul calcio sporco, non fa eccezione. Dopo i cinquanta fermi di due giorni fa, tra calciatori, scommettitori e dirigenti sportivi, col focus investigativo puntato su serie D e Lega Pro (a parte un paio di incontri di B e uno di Coppa Italia), ora spuntano i «pizzini», annotazioni con le giocate «sicure», sequestrate nel corso della retata di martedì: in uno di questi una mano preveggente quanto lapalissiana avrebbe scritto: «Se ci beccano ci arrestano». In fondo, i 240 milioni di euro di scommesse che serie D e Lega Pro muovono sono pur sempre una rispettabile fetta del business, superiore al giro di puntate per le gare di Champions League. E col vantaggio di partite giocate lontane dalle attenzioni di tv e media.

Intanto salta fuori un nuovo filone dell'inchiesta catanzarese, che avrebbe almeno altri 20 nomi iscritti nel registro degli indagati. Il nuovo capitolo coinvolgerebbe Ascoli, Benevento e Salernitana. Sempre Lega Pro, certo, ma di alta classifica. E se sanniti e marchigiani hanno appena perduto la chance -promozione uscendo entrambe al primo turno dei play off, la Salernitana di Mezzaroma e del patron della Lazio Claudio Lotito, invece, a 4 anni dal fallimento è appena tornata trionfalmente in serie B. Nel mirino ci sarebbero almeno cinque partite di queste tre squadre, match «captati» come potenzialmente a rischio-combine nelle intercettazioni agli atti delle inchieste calabresi, in quanto segnalati agli indagati da terze persone, anche queste «addette ai lavori». Lotito, ieri, a poche ore dalla finale di Coppa Italia della sua Lazio contro la Juventus, ha reagito alla sua maniera. «La Salernitana? I pizzini? Ma non scherziamo», il commento del patron biancoceleste: «Non ho niente da dire, parlo con i fatti: vado avanti come un treno sulla strada del lavoro e dei risultati, è evidente che sto cogliendo nel segno. Tutto queste bugie non mi interessano».

Ieri sera il presidente della Repubblica Sergio Mattarella era all'Olimpico: «Il divario tra questi fenomeni che vengono denunciati e che periodicamente affiorano e la passione con cui tanta gente segue il calcio fa indignare: per questo serve severità e rapidità», ha dichiarato.

Ora si attendono gli sviluppi dell nuovo terremoto anche sul fronte della giustizia sportiva. Oltre a calciatori e dirigenti, tra gli indagati ci sarebbero procuratori «in vista» come Eugenio Ascari, che rappresenta tra gli altri l'attaccante della Samp e della nazionale Eder. Ma anche esponenti della criminalità organizzata.

Per i pm lo scommettitore serbo Uros Milosavljevic sarebbe vicino a una cosca di 'ndrangheta. E i «soci occulti» della Pro Patria, Mauro Ulizio e Massimiliano Carluccio, secondo la Dda, affidano il «recupero crediti» delle proprie scommesse ai «compari» di Carluccio, «appartenenti alla malavita pugliese».

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