Guerra

I preti esorcisti che cercano di fermare la guerra

Nel libro di Marchese Ragona, "Esorcisti contro Satana. Faccia a faccia col demonio" (Piemme), le pratiche contro il male dei sacerdoti nel Donbass

I preti esorcisti che cercano di fermare la guerra

«Ti ordino, spirito immondo, principe delle tenebre, nemico infernale. Vi ordino a tutti, spiriti maligni che costituite la legione del diavolo: nel nome e nella potenza di nostro Signore Gesù Cristo, allontanatevi dalla santa Chiesa di Dio e fuggite. Non osare più, subdolo serpente, ingannare Vladimir Vladimirovic Putin. Non osare più perseguitare la Chiesa di Dio, per scuotere e disperdere i suoi eletti come grano sull'aia. Questo è ciò che ti comanda Dio Onnipotente. È colui che ti ordina che tutte le persone siano salvate e arrivino alla conoscenza della verità. Questo è ciò che Dio Padre ti comanda, questo è ciò che Dio Figlio ti comanda, questo è ciò che Dio Spirito Santo ti comanda. Questo è comandato da Cristo, l'Eterno ». È la primavera del 2022. Avvolto nei paramenti liturgici dorati, con la corona pontificale sulla testa e non poco infreddolito, padre Vasil Pantelyuk ha appena recitato la preghiera di esorcismo all'interno della sua parrocchia, San Nicola Taumaturgo a Dnipro, la quarta città più grande dell'Ucraina. Il prete, con una mascherina chirurgica sul viso, stringe un grosso crocifisso di legno nella mano destra, lo impugna come se fosse un'arma, l'unica speranza per allontanare il demonio. E con un tono solenne intima a Satana di scappare via, di allontanarsi dalla santa Chiesa di Dio e lasciare in pace quella terra, funestata dalle bombe. Il folto gruppo di persone, molte delle quali vestite con abiti recuperati grazie alle donazioni fatte alla Caritas, lo accompagna con la preghiera e intonando canti religiosi mentre lui tiene nell'altra mano l'antico rito contro gli spiriti malvagi. Da quando è scoppiata la guerra, la gente, disperata, trova conforto nelle parole del sacerdote e prega incessantemente che i bombardamenti si fermino. L'esorcista della diocesi greco-cattolica di Donetsk ha avuto l'incarico dal suo vescovo, monsignor Stepan Menyok, di praticare quotidianamente esorcismi sul territorio: sulle strade, gli spazi aperti, i campi e le persone che vi si trovano. Ovunque. Perché Satana lasci l'Ucraina. Da diversi mesi questo prete dalla folta barba bianca e dagli occhi profondi recita preghiere di liberazione anche verso il presidente russo Putin, che, a detta di numerosi sacerdoti e vescovi greco-cattolici ucraini, sarebbe stato ispirato dal demonio nello scatenare la guerra. Un caso analogo si era visto soltanto durante la Seconda guerra mondiale, ma con alcune grandi differenze: come accennato nelle pagine precedenti, era stato papa Pio XII, in un momento di grande disperazione per l'umanità, a praticare esorcismi a distanza verso Adolf Hitler che, secondo i vescovi tedeschi, era posseduto dal demonio. Furono proprio loro a riferirlo al pontefice, mettendolo in guardia. Diversi anni dopo, nel 1958, Pacelli praticò, presso la sua cappella privata nell'appartamento papale, alla presenza delle suore in servizio, esorcismi anche per scongiurare la vittoria del comunismo alle elezioni politiche italiane. La chiesa greco-cattolica ucraina ha ritenuto di percorrere la strada dei riti per combattere il demonio, ma ha contemporaneamente chiesto al papa una consacrazione della Russia all'Immacolato Cuore di Maria. Un gesto profetico che richiama il messaggio della Madonna consegnato ai tre pastorelli di Fatima il 13 luglio del 1917, in piena guerra mondiale: «Verrò a chiedere la consacrazione della Russia al mio Cuore Immacolato e la comunione riparatrice nei primi sabati». Tornando agli esorcismi, padre Vasil non è l'unico sacerdote greco-cattolico a praticare il rito per allontanare la guerra: nei rifugi antibombe, nelle case e nelle parrocchie rimaste in piedi in Ucraina, un network di preti ogni giorno si riunisce a distanza per recitare preghiere e chiedere la liberazione di Putin dalle grinfie del demonio. Un prete residente a Leopoli ma nativo del Donetsk, padre Tykhon Kulbaka, già prigioniero nel 2014 dei separatisti, ha messo in piedi una rete di sacerdoti e di fedeli che invocano il Signore e san Michele arcangelo eseguendo quotidianamente il rito sul presidente della Federazione Russa. «Sono convinto che uno spirito maligno stia influenzando le azioni di quest'uomo.

Chiedo a Dio di intervenire per sottrarre questa persona dall'influenza demoniaca e scacciare il demonio, in modo che l'anima possa essere salvata» spiega padre Kulbaka, che ha lanciato un SOS a tutto il clero ucraino per unirsi a lui nella battaglia contro le forze del male.

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