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I Radicali aprono all'aborto per i transgender. E pure le femministe si indignano

I Radicali italiani, con il loro segretario Massimiliano Iervolino in testa, hanno lanciato sei proposte di legge d'iniziativa popolare per «cambiare l'Italia»

I Radicali aprono all'aborto per i transgender. E pure le femministe si indignano

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I Radicali italiani, con il loro segretario Massimiliano Iervolino in testa, hanno lanciato sei proposte di legge d'iniziativa popolare per «cambiare l'Italia». La raccolta firme è già partita, sia online sia nelle piazze italiane, da qualche settimana. Tra i quesiti della raccolta firme, ce n'è uno che sta facendo particolarmente discutere, ossia la revisione in senso estensivo della 194. Un provvedimento, dunque, che interverrebbe sul diritto all'aborto, che per la sinistra viene in messo in discussione dell'orientamento culturale del governo Meloni. Ma perché le critiche alla proposta dei Radicali italiani? Nel testo che può essere letto anche nel sito ufficiale dello storico movimento, la parola «donna» non c'è, mentre è presente l'espressione «persona gestante». Una scelta che ha ricevuto critiche anche dalle femministe, quale l'ex deputata del Pd Anna Paola Concia. «Asterisco? Ma quale asterisco? Ma smettetela per favore, state facendo un danno incalcolabile al diritto alla interruzione volontaria di gravidanza delle donne, di tutte quelle donne che come me hanno lottato per voi», ha fatto presente l'ex parlamentare pochi giorni fa. L'ipotesi è che i Radicali, con la proposta, vogliano riferirsi ai transessuali.

Gli altri temi sollevati dai Radicali italiani sono: relative al suolo, al reddito d'inserimento minimo, alla legalizzazione del cosiddetto sex working, al quadro burocratico nel settore dell'energia e alla compensazione dei debiti dello Stato nei confronti delle imprese.

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