Politica

La lezione della polizia alla sinistra pro rave: "Ecco perché la Meloni ha ragione"

Domenico Pianese, segretario generale del Coisp, approva la norma anti-rave voluta dal ministro dell'Interno Piantedosi

La lezione della polizia alla sinistra pro rave: "Ecco perché la Meloni ha ragione"

"Molto spesso le forze dell'ordine che intervenivano per far cessare questi raduni avevano le mani legate a causa dell'assenza di una normativa chiara a riguardo". Domenico Pianese, segretario generale del Coisp, spiega così le difficoltà degli agenti di polizia di fronte a eventi come il tanto discusso rave di Modena.

Le norme anti-rave: sono misure da Stato di Polizia, come sostiene l'opposizione, o sono necessarie?

"Sono decisamente necessarie, semplicemente perché l'assenza di norme che regolano questo tipo di raduni rappresentava un vero e proprio vulnus legislativo. Sono state fortemente volute dal Ministro Piantedosi, e vanno ad allineare l'Italia alla legislazione europea: esistono infatti in tantissimi Paesi europei e mirano solo a dissuadere gli organizzatori".

Quali sono tecnicamente i problemi delle forze dell'ordine, finora, nella gestione dello sgombero di questo tipo di eventi?

"Molto spesso le forze dell'ordine, in assenza di una legge, non potevano agire e fermare i rave, nonostante magari vi fosse un evidente e immediato pericolo per l'incolumità degli stessi partecipanti. La possibilità di sequestrare e confiscare i mezzi, poi, è una delle novità più importanti: apportando un danno consistente agli organizzatori che lucrano sulla pelle dei ragazzi, inevitabilmente fungono da potente deterrente".

Quali e quanti sono i costi sociali dei rave?

"Chi oggi critica questa nuova normativa probabilmente ha la memoria corta. Nell’agosto del 2021, come conseguenza al rave party di Velentano, durato una settimana, hanno perso la vita due ventenni, due ragazzi sono stati ricoverati in overdose da stupefacenti e altri due sono finiti in coma etilico. Questi non le sembrano costi sociali alti? Pensi inoltre alle centinaia di poliziotti che vengono impegnati nella gestione dell’ordine pubblico di questi raduni e che vengono distolti dal controllo del territorio. Coloro che continuano a polemizzare contro questi provvedimenti probabilmente sono gli stessi che, all’indomani di una tragedia, piangerebbero lacrime di coccodrillo. E soprattutto dimenticano che uno Stato democratico, proprio come è indicato nella nostra Costituzione, deve tutelare la salute pubblica e l'incolumità dei propri cittadini".

A proposito di Costituzione, non crede che questa legge confligga con l'articolo 17?

"Non è questo il caso poiché nell'articolo 17 si specifica che è diritto dei cittadini riunirsi pacificamente purché non vi siano comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica. Questi raduni, oltre a mettere a rischio l'incolumità di chi vi partecipa – a Modena, ad esempio, era stato organizzato in un capannone pericolante: l'epilogo poteva essere drammatico – si appropriano di strutture private trasformandole in zone extraterritoriali dove lo spaccio di sostanze stupefacenti e l’abuso di alcolici anche da parte di minori sono la regola; non solo: spesso tengono in ostaggio intere zone pregiudicando la vita dei residenti, le attività commerciali e la viabilità".

Verrà applicata anche per le occupazioni nelle scuole e per altri assembramenti?

"Assolutamente no.

Ci sono già norme contenute nel Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza che da decenni vengono applicate per contemperare il diritto a manifestare e il diritto all’ordine e alla sicurezza pubblica dei cittadini".

Commenti