I sindacati hanno una nuova scusa: "Scioperiamo contro la guerra"
19 Maggio 2022 - 19:38Domani scuole, trasporti e sanità saranno paralizzate dallo sciopero generale nazionale che nelle motivazioni mette insieme vecchi pallini dei sindacati al conflitto in corso. Tanto per avere un motivo in più
Visto che il ruolo dell'Italia in politica estera è sempre più marginale, hanno deciso di scendere in campo per far sentire la loro voce ed occupare spazi politici per arrivare ad una svolta internazionale i supereroi che stavamo aspettando: i sindacati.
E per risolvere le diatribe tra superpotenze hanno scelto di utilizzare il loro superpotere, quello di fronte al quale tremano anche gli dèi dell'Olimpo: lo sciopero. Domani, i sindacati di base saranno in agitazione con conseguenti disservizi soprattutto al trasporto pubblico, oltre che alla scuola e alla sanità. Fra i promotori della protesta, a vari livelli: Cub, Sgb, Usi Cit, Cobas, Unicobas, Adl, Usi, Si Cobas e Slai Cobas.
La lista delle motivazioni ricorda quella snocciolata dai rappresentanti di classe degli istituti superiori quando hanno voglia di bigiare e hanno bisogno di una giustificazione. L'agitazione partirà da capisaldi come lo sblocco dei contratti e la richiesta di aumenti salariali, ai piani di edilizia residenziale, alla riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario e alla contrarietà alle politiche di privatizzazione in atti (ché in quel caso sì che lo sciopero diventerebbe difficile).
Ma siccome la cronaca è strumento di lotta e pure di persuasione, nella lista delle motivazioni non poteva mancare il riferimento alla guerra in Ucraina. Anzi, ai riferimenti. I membri dei sindacati scenderanno in piazza (o resteranno a casa) per dire basta al perdurare del conflitto e pressare il governo italiano definito "cobelligerante e criminale", che "sta facendo carne da macello dei lavoratori" quando dovrebbe "pensare ai salari e ai servizi dei cittadini piuttosto che all'invio di armi".
"La guerra va fermata - ha sottolineato il segretario nazionale della Cub, Walter Montagnoli -. È una vergogna per il suo carico di morti e feriti, di devastazione, di rifugiati, di disperazione, di crisi alimentare e di altre catastrofi. Allo stesso tempo spalanca le porte a una pesante crisi economica che sarà sostenuto da lavoratori, pensionati, studenti, giovani, disoccupati, malati".
Poi, nonostante l'aumento dei prezzi dei prodotti energetici e di molte materie prime ci saranno lacune nella produzione industriale (quindi ecco un bello sciopero tanto per dare una mano) "il Governo Draghi - conclude Montagnoli - aumenta le spese militari fino al 2% del Pil: la spesa della Difesa passerà da 25 a 38 miliardi di euro tagliando sanità, scuola, trasporti pubblici, edilizia popolare e ovviamente pensione e salari".
L'appello, insomma, è quello ad un cessate il fuoco. Quello che non riescono a raggiungere grandi Paesi mediatori come Turchia e Israele o grandi player sovranazionali come le Nazioni Unite, o istituti religiosi come la Chiesa cattolica. Ma sia Vladimir Putin che Volodymyr Zelensky saranno da domani certamente persuasi a fare la pace vista l'iniziativa epocale dei sindacati di base.
Se avessero chiesto a un quindicenne rappresentante di classe di qualsiasi scuola italiana gli avrebbero suggerito scuse più credibili: come l'ascensore fuori uso o i termosifoni spenti a fine settembre.
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