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I veti del Cremlino sul piano Usa. Ma Trump: "Putin vuole la pace"

Witkoff e Kushner a Washington, salta l'incontro con i negoziatori ucraini. Il tycoon: "L'impressione è che Mosca desideri finire la guerra". Rubio: "Progressi sulle garanzie"

I veti del Cremlino sul piano Usa. Ma Trump: "Putin vuole la pace"
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Russia e Ucraina rimangono lontane dopo l'incontro tra Vladimir Putin e i consiglieri di Donald Trump, Steve Witkoff e Jared Kushner. Gli Usa parlano di progressi, ma Mosca fa sapere che non è stato trovato alcun compromesso sui nodi più complessi dopo le cinque ore di colloquio. Inoltre, ieri è saltato l'appuntamento fissato a Bruxelles tra la delegazione americana e Volodymyr Zelensky. L'incontro non avrà luogo "a causa del ritorno degli inviati" a Washington, ha fatto sapere il Kyiv Post citando fonti non specificate. Il motivo del cambio di programma non è stato reso noto, ma il Cremlino sostiene che Witkoff e Kushner abbiano "promesso" di volare direttamente negli Stati Uniti dopo i colloqui con Putin (dichiarazione non confermata dagli Usa).

Il presidente ucraino, invece, ha spiegato che dopo gli incontri a Bruxelles con i consiglieri europei sugli sviluppi del negoziato per la pace, "Rustem Umerov e Andrii Hnatov inizieranno i preparativi per un vertice con gli inviati del presidente Trump negli Usa". Il segretario di stato Marco Rubio ritiene che siano stati compiuti "alcuni progressi" con la Russia per porre fine alla guerra. "Quello che abbiamo cercato di fare, e credo che abbiamo apportato qualche progresso, è capire con cosa potrebbero convivere gli ucraini che dia loro garanzie di sicurezza per il futuro", ha detto durante un'intervista a Fox News, aggiungendo che gli Stati Uniti sperano che il compromesso "permetta agli ucraini non solo di ricostruire la loro economia, ma di prosperare come Paese". Il titolare di Foggy Bottom, che non ha partecipato al faccia a faccia al Cremlino, ha poi spiegato che "quello per cui russi e ucraini stanno combattendo ora è uno spazio di circa 30-50 chilometri e il 20% della regione di Donetsk che rimane. Quindi quello che abbiamo cercato di fare è capire cosa potrebbero sopportare gli ucraini, che dia loro garanzie di sicurezza per il futuro, rassicurandoli che non saranno mai più invasi". E ha aggiunto: "Queste sono le cose da fare: fermare la guerra, assicurarsi che non vengano mai più invasi o attaccati, proteggere la sovranità e l'indipendenza di lunga data e a lungo termine dell'Ucraina in modo che non diventi uno Stato fantoccio e sia effettivamente indipendente e sovrano. E poi permettere alla loro economia non solo di riprendersi, ma di prosperare. Questo è ciò che stiamo cercando di ottenere", ha aggiunto. Rubio ha ribadito che "stiamo cercando di vedere se possiamo colmare il divario tra le due parti. Per farlo, dobbiamo parlare con entrambe. Abbiamo alcune persone irrazionali coinvolte in questa questione le quali credono che dovremmo parlare solo con la parte ucraina e non con i russi. Non si può porre fine alla guerra senza discutere con Mosca, ma bisogna anche tenere conto della posizione ucraina. Hanno combattuto con grande coraggio, ma noi pensiamo che ora sia il momento ideale per tutti per porre fine alla guerra. E se c'è un modo per colmare il divario, siamo gli unici al mondo in grado di farlo".

Il consigliere del Cremlino Yuri Ushakov, tuttavia, pur definendo le discussioni "costruttive, molto utili e sostanziali", ha detto che Russia e Stati Uniti non hanno raggiunto un compromesso. Quella del territorio, ha sottolineato, rimane "la questione più importante": "Alcuni sviluppi americani sembrano più o meno accettabili, altre formulazioni non ci soddisfano". E pure l'adesione di Kiev alla Nato "è uno degli aspetti chiave" nelle trattative. Il Cremlino, inoltre, ha precisato che "l'andamento e la natura dei negoziati di martedì", che non hanno prodotto alcuna svolta, sono stati certamente "influenzati dai successi dell'esercito russo sul campo di battaglia nelle ultime settimane".

Sul versante americano Trump, parlando ieri sera ai giornalisti nello Studio Ovale ha detto che Vladimir Putin, ha "dato l'impressione di volere la fine della guerra" durante il suo incontro con l'inviato speciale statunitense Steve Witkoff e con Jared Kushner.

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