Cronache

"Inaccettabile che i prof si tirino indietro"

Il giurista: "Dottori e commesse lavorano, perché loro no? Il governo è confuso"

"Inaccettabile che i prof si tirino indietro"

«Non mi sento di assolvere chi presenta il certificato medico per evitare di fare il presidente di commissione». Il giurista Giuseppe Valditara, docente all'Università di Torino, insieme ad altri professori e scienziati come Luca Ricolfi e Andrea Crisanti, partecipa a Lettera 150, un'associazione di 150 docenti che aveva lanciato un appello al governo per la riapertura in sicurezza. Valditara si dice molto preoccupato per la confusione che regna sovrana rispetto alla riapertura dell'anno scolastico e al vicinissimo appuntamento con l'esame di Maturità.

L'anno scolastico è agli sgoccioli e gli studenti non sono tornati in classe.

«La responsabilità è prima di tutto del ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina e del governo. Hanno mantenuto le famiglie nell'incertezza mentre la chiusura delle scuole ha creato un problema sociale enorme. In Inghilterra prima dei pub hanno riaperto le scuole mentre da noi riapre tutto tranne le istituzioni scolastiche».

Che cosa perdono i ragazzi che devono affrontare una Maturità dimezzata?

«Ma quale esame di Maturità? Al massimo possiamo parlare di un'interrogazione di fine anno. Messo in questi termini non possiamo certamente definirlo l'esame conclusivo di un ciclo di studi. Una questione cruciale di fronte alla quale ho visto disattenzione e disorganizzazione. Gli studenti e le famiglie sono stati ignorati, messi all'ultimo posto».

Un colloquio orale non è sufficiente?

«Non è ammissibile siano stati aboliti gli scritti. Ma perché? Se c'è un momento nel quale non si corrono rischi è quello. Nelle scuole ci sono aule sufficienti visto che soltanto le classi dell'ultimo anno affrontano l'esame. Quindi gli spazi per il distanziamento sarebbero stati sufficienti e i ragazzi avrebbero potuto affrontare l'esame che meritavano di avere dopo tanti anni di studio. Invece si sono cancellati gli scritti così, in modo semplicistico».

Ora sulla Maturità pesa anche l'incognita della carenza di presidenti per le commissioni d'esame.

«Ci vuole un'assunzione di responsabilità. Possiamo dire che il compenso non è adeguato, che gli insegnanti sono pagati male ma non possono tirarsi indietro».

La maggioranza delle commissioni scoperte è in Lombardia sicuramente in relazione al timore di un contagio.

«Ripeto: un docente è un dipendente pubblico e deve assumersi le sue responsabilità. E allora i medici e gli infermieri che sono stati in prima linea tutte queste settimane? Ma non ci sono soltanto gli operatori sanitari. Corrono rischi anche le cassiere dei supermercati, gli autisti dei mezzi pubblici. Certamente su un bus non abbiamo un distanziamento di sicurezza garantito. Eppure non si sono tirati indietro. Non assolvo chi presenta il certificato medico per evitare di fare il suo lavoro».

Anche sul ritorno nelle aule il prossimo settembre gravano molte incognite.

«Il governo è gravemente colpevole di ritardo e disorganizzazione. Vedo che si parla di assumere migliaia di insegnanti ma i presidi hanno molte perplessità proprio sull'organizzazione della didattica. Sicuramente sento di appoggiare la loro richiesta di chiarire la questione della responsabilità civile e penale in caso di contagio a scuola. La responsabilità penale è personale e penso sia ingiusto e sbagliato caricare sulle spalle del dirigente una simile responsabilità. Anche perché come ha più volte denunciato proprio il professor Andrea Crisanti non abbiamo una mappatura dei contagiati. Non abbiamo idea di quanti siano gli asintomatici. Non può essere certamente colpa del preside se un ragazzo che non ha alcun sintomo va a scuola e contagia un compagno o un professore.

Questo punto va chiarito».

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