Cronache

Incidenza dei contagi sopra quota 60. Ma gli ospedali restano sotto controllo

Ieri 5.822 nuovi contagi, 26 morti e 398 terapie intensive. Impantanata la campagna vaccinale, solo 4.874 prime dosi

Incidenza dei contagi sopra quota 60. Ma gli ospedali restano sotto controllo

Continua a crescere con lentenza ma inesorabilmente i numeri del contagio nel nostro Paese.

Contagi. Ieri si sono registrati 5.822 nuovi casi, in calo rispetto al giorno precedente (6.764), ma in chiaro aumento rispetto alla domenica precedente (31 ottobre, 4.526). Era dal 29 agosto (5.959) che non si verificava una domenica con un bollettino più alto. Il conto complessivo dell'ultima settimana è di 36.095, ciò che produce un incidenza dei contagi di 60,91 casi ogni 100mila abitanti. La settimana precedente (24-31 ottobre) i contagi complessivi erano stati 30.702, con un'incidenza di 51,81. In sette giorni l'aumento è stato del 17,57 per cento. Le regioni che hanno l'incidenza dei contagi più alta sono tutte nel Nord-Est: la provincia autonoma di Bolzano (216 casi ogni 100mila abitanti), il Friuli-Venezia Giulia (156) e il Veneto (92). Le regioni con l'incidenza più bassa sono invece il Molise (20), la Sardegna (23), la Basilicata (29), la Puglia (33) e la Valle d'Aosta (34). Bene la Lombardia con 42, che fa meglio del Lazio (73) e della Campania (72).

Decessi. Ieri si sono contati 26 morti, in calo rispetto al giorno precedente (31) e in pari rispetto alla domenica precedente. Il numero complessivo di morti dell'ultima settimana è di 291, in lieve aumento rispetto ai 274 della settimana precedente (+6,20 per cento).

Ricoveri. Anche qui numeri il lieve crescita. I ricoveri totali sono 3.613, 48 in più rispetto al giorno precedente e 517 rispetto alla domenica precedente (+16,70 per cento). I ricoveri in area non critica sono 3.215, 42 in più rispetto a sabato e 461 in più rispetto alla settimana precedente (+16,74 per cento). I ricoveri in terapia intensiva sono 398, 6 in più rispetto al giorno precedente e 56 in più della settimana precedente (+16,37 per cento). Attualmente a livello nazionale l'occupazione dei 57.610 posti letto in area non critica è del 5,58 per cento, ben lontano dal tetto del 15 che è considerato da «fascia gialla». Le regioni che sono messe peggio sono la Calabria (11,70 per cento), la provincia autonoma di Bolzano (11,20), la Valle d'Aosta (10,84), il Friuli-Venezia Giulia (9,01) e la Sicilia (8,80). L'occupazione dei 9.070 posti disponibili nelle terapie intensive è invece del 4,39 per cento, ancora a distanza dal 10 per cento che è il primo livello di allarme. Le regioni con i dati più preoccupanti sono le Marche (che con il 10,75 per cento è già oltre l'asticella gialla), il Friuli-Venezia Giulia (9,71) e il Lazio (6,26). Perché le regioni finiscano in zona gialla bisogna che vi si verifichino tutte e tre le seguenti condizioni: incidenza dei contagi sopra i 50 casi settimanali ogni 100mila abitanti, occupazione dei posti in area non critica del 15 per cento, occupazione delle terapie intensive sopra al 10 per cento.

Vaccinazioni. La campagna vaccinale si è ormai impantanata. Ieri sono state somministrate appena 46.600 dosi, per lo più «booster» (23.833), e appena 4.874 prime dosi. Il numero dei totalmente vaccinati ha toccato i 45.128.420, il 76,26 per cento della popolazione totale e l'83,56 per cento degli «over 12». Le persone che hanno fatto già la terza dose sono 2.153.808, il 35,81 per cento della platea attuale e il 3,63 per cento della popolazione. Secondo le proiezioni di Lab24 con il passo attuale per raggiungere il 90 per cento di vaccinati servirebbero ancora due mesi e 10 giorni.

Se ne parlerebbe quindi il 17 gennaio 2022.

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