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Regionali, si tratta ma Fdi non cede. Blitz della Lega sul terzo mandato

Incontro tra Meloni, Salvini e Tajani Stallo sulla Sardegna. Depositata una proposta per ricandidare Zaia. Crippa: "Giorgia vuole stravincere"

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Vertici, pranzi e contatti telefonici incrociati non sembrano ancora aver sciolto l'impasse nella composizione del delicato puzzle delle regionali e dei prossimi candidati governatori del centrodestra. Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani si sono visti ieri mattina a Palazzo Chigi per fare il punto sul dossier immigrazione, una riunione cui hanno partecipato anche il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. Fonti di governo, però, smentiscono che si sia parlato anche delle regionali, nonostante sarebbe davvero ben strano che una questione tanto delicata - su cui da giorni la maggioranza è divisa e che per giunta deve essere risolta in tempi brevissimi - non sia stata messa sul tavolo.

Il nodo Sardegna, infatti, va sciolto al più tardi entro fine della prossima settimana, quando scade il termine per la presentazione delle liste. A quel punto, a meno che non voglia dividersi, il centrodestra dovrà scegliere se sostenere la ricandidatura dell'uscente Christian Solinas (caldeggiata da Salvini) oppure appoggiare l'attuale sindaco di Cagliari, Paolo Truzzo (come vorrebbe Meloni).

Un braccio di ferro - quello tra Lega e Fdi sulla Sardegna - che è solo la punta dell'iceberg di una partita ben più complessa. Che parte dalle cinque regioni che andranno al voto quest'anno (ci sono anche Abruzzo, Basilicata, Piemonte e Umbria), passa per l'intenzione della premier di candidarsi capolista alle Europee di giugno e finisce con la delicatissima questione del terzo mandato per i governatori (decisivo per il Veneto tanto caro alla Lega e che andrà al voto nel 2025). Il tutto senza perdere di vista la nuova tornata di nomine che in primavera toccherà alcune partecipate strategiche, a partire da Fs, Anas e Cassa depositi e prestiti.

Insomma, un gioco di incastri complicatissimo e, soprattutto, diluito lungo un arco temporale non breve. Con sullo sfondo il timore della Lega che Meloni voglia provare a lanciare una vera e propria opa sulla coalizione. È così, infatti, che i vertici del Carroccio interpretano l'intenzione della premier di scendere in campo in prima persona per le Europee. Tanto che il vicesegretario leghista, Andrea Crippa, in Transatlantico non ne fa troppo mistero: Giorgia, dice, vuole «stravincere» e «questo è un tema».

Di qui il muro contro muro. Che ieri si è allargato anche alla questione del terzo mandato, su cui da tempo insiste il Carroccio per poter così ricandidare Luca Zaia alla guida del Veneto il prossimo anno. Proprio il segretario della Liga Veneta, Alberto Stefani, ha infatti deciso di depositare alla Camera una pdl ad hoc. Un vero e proprio blitz che in Fdi non hanno affatto gradito. «Quando avremo tempo la leggeremo», fanno sapere con un certo disappunto.

Una distanza che è il termometro di un'agitazione crescente. Anche se già oggi sul fronte Sardegna potrebbero esserci novità. Solinas ha infatti convocato nel pomeriggio a Cagliari la direzione del Partito sardo d'Azione, di cui è segretario. E c'è chi ipotizza potrebbe chiamarsi fuori dalla corsa lui stesso, magari dopo aver avuto garanzie su un paracadute alle Europee. Di certo, il tempo continua a stringere.

Anche perché domani a Quartu Sant'Elena (Cagliari), è in programma un convegno di Fdi nel quale Truzzu formalizzerà la sua candidatura a governatore.

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