Dentro il dramma delle Rsa, nelle angosce degli anziani confinati in microcosmi divenuti focolai di virus, c'è a pieno titolo il business di uno dei più noti gruppi imprenditoriali italiani. E' la Cir, la holding attraverso la quale Carlo De Benedetti è stato per lunghi anni editore di Repubblica, fino a quando i suoi figli, preso il timone dell'azienda di famiglia, hanno venduto il giornale agli Agnelli. Così la Cir si è potuta concentrare su affari magari meno politicamente vistosi, ma sicuramente più redditizi. Ovvero le case di riposo private. Un affare tranquillo, fino a tre mesi fa. Ora la gestione delle Rsa per la famiglia De Benedetti sta diventando una grana colossale. Perché anche nelle sue strutture, come in tutte quelle pubbliche e private, gli anziani si ammalano e muoiono in continuazione. E anche di una delle residenze di proprietà dei De Benedetti si sta occupando la Procura della Repubblica di Milano, con uno dei fascicoli di indagine aperti con minor clamore accanto alle indagini finite sulle prime pagine dei giornali, come quella sul Pio Albergo Trivulzio.
La casa di riposo finita nel mirino del procuratore aggiunto Tiziana Siciliano è la «Anni Azzurri» di via a San Faustino a Milano, zona Lambrate. Secondo quanto riferito da il Giorno, nell'ultimo periodo sono morti ventitrè ospiti della casa, e di questi 14 erano sicuramente affetti da coronavirus, mentre per gli altri non è stato possibile effettuare il tampone. E i decessi sono solo la parte più tragica del focolaio che si è sviluppato all'interno della residenza, dove ben 44 anziani sarebbero in questo momento positivi ai test. Di questi, quarantadue sono in isolamento nelle loro stanze mentre due hanno dovuto essere ricoverati in ospedale.
É un bollettino pesante. E nel conto che i manager dei De Benedetti stano stilando giorno per giorno non c'è solo la situazione di via San Faustino. Quello delle Rsa e delle strutture sanitarie sotto il controllo della Cir infatti è un vasto e ramificato impero, con propaggini sia in Gran Bretagna che in Germania. Il braccio operativo della Cir su questo versante è la Kos, che opera con due marchi. Uno è il gruppo «Anni Azzurri» che gestisce le Rsa propriamente dette: in Italia controlla 55 strutture sparse in otto regioni; l'altro è il Santo Stefano, che coordina le strutture a carattere ospedaliero. Ebbene, anche le case «Anni Azzurri» sono state investite in pieno. Secondo i dati forniti ieri dalla stessa Kos, nel febbraio scorso, al momento esplosivo della pandemia, il totale degli ospiti si aggirava intorno ai cinquemila. A tutt'oggi, risultano avere contratto il virus 305 di essi: una percentuale complessiva non particolarmente alta, soprattutto considerando che una parte delle case si trovano in zone come la Lombardia o il Veneto fortemente colpite dal virus. A impressionare è però il tasso di mortalità: a ieri, in tutta Italia, nelle residenze «Anni Azzurri» erano morti 67 dei 350 anziani che avevano contratto il virus. A venire sopraffatto è stato quasi il venti per cento dei contagiati.
E sono tutte vittime di focolai sprigionatisi direttamente all'interno delle residenze. Nessun malato è arrivato da fuori. Il gruppo dei De Benedetti infatti non ha accolto la sollecitazione della Lombardia e di altre regioni a ospitare nelle sue Rsa pazienti positivi al Covid provenienti da strutture ospedaliere.
Diversa la situazione nel ramo ospedaliero del gruppo (a marchio Santo Stefano) dove due intere strutture nelle Marche sono divenuti ospedali Covid-19. Sono la Villa dei Pini di Civitanova e la Villa Fastiggi di Pesaro, che era stata completata ma mai aperta ed è ora entrata in funzione per fronteggiare l'epidemia.
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