La telefonata tra il premier italiano Mario Draghi e il presidente russo Vladimir Putin è alle spalle. Il tentativo di riannodare i fili del dialogo tra Ue e Russia, con l'Italia nel ruolo di mediatore, è già fallito. La tensione tra Roma e Mosca risale pericolosamente nel giorno in cui il Parlamento europeo vota in una risoluzione l'embargo totale contro la Federazione russa.
L'attacco contro il governo italiano arriva dalla portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, che definisce «indecente» la posizione dell'Italia sulle sanzioni alla Russia. «L'Italia - rincara Zakharova al talk show Solovyov live - in questo momento molto difficile ha probabilmente scordato chi ha teso a suo tempo una mano. E ora, con tutta la sua leadership, è in prima linea in un attacco al nostro Paese. Ma questa non è la posizione dei cittadini italiani, che stanno scrivendo di vergognarsi di chi li governa, di non condividere questa posizione e di comprendere l'origine della crisi. Ma la dirigenza italiana ha preso questa posizione semplicemente indecente».
Un messaggio simile a quello spedito nelle settimane scorse da Alexei Paramonov, ex console russo a Milano. Ancora una volta è la missione russa in Italia ai tempi dell'emergenza Covid a spingere Mosca contro l'Italia. I continui moniti assumono i toni di una minaccia quotidiana contro l'Italia. La minaccia di svelare i veri accordi alla base di quella missione? Il presidente del Consiglio Draghi approfitta della visita in Italia del primo ministro olandese Mark Rutte per respingere le intimidazioni russe: «Sanzioni indecenti? Di indecenti ci sono solo i massacri che vediamo tutti i giorni».
Il tono dell'ex numero uno della Bce è duro: «Ribadiamo la nostra più ferma condanna per le stragi di civili documentate in questi giorni e chiediamo che si faccia piena luce sui crimini di guerra. Mosca dovrà render conto di quanto accaduto. Chiediamo alla Russia di cessare immediatamente le ostilità e di sedersi al tavolo dei negoziati. La Commissione europea ha annunciato un nuovo pacchetto di sanzioni che l'Italia appoggia con convinzione: siamo pronti a ulteriori passi sull'energia insieme ai partner europei. I governi hanno fatto la loro parte ma gli interventi di politica energetica non possono gravare solo sui bilanci nazionali, devono essere strutturali. Nello scorso Consiglio europeo abbiamo previsto un ampio pacchetto di possibili misure che sono al vaglio della Commissione: ora è il momento di agire». Nessuna marcia indietro: pugno duro con il Cremlino. E pieno sostegno a nuove sanzioni.
In linea il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova, che commenta le parole del portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova: «Di indecente oggi in Europa, non sono le sanzioni alla Russia, ma le indicibili violenze sui civili dell'aggressione voluta da Putin contro l'Ucraina che ha portato a una guerra non provocata, non giustificata e non giustificabile».
Il botta e risposta tra Draghi e il governo di Mosca va inserito in un'escalation di tensione risalita negli ultimi giorni.
Prima la decisione del ministero degli Esteri di espellere 30 diplomatici russi, poi la rivelazione del Financial Times sul ruolo di Draghi nella mossa di Ue e Stati Uniti di sanzionare la Banca centrale russa bloccandone le riserve valutarie all'estero. Due colpi che Mosca non tollera.
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