Inferno di missili sull'Ucraina. "Il silenzio degli Usa aiuta Putin"

Il più grande attacco da inizio guerra in occasione della "Giornata di Kiev". Accusa di Zelensky. L'Ue: "Stretta internazionale su Putin". Berlino: "Gli alleati siano determinati"

Inferno di missili sull'Ucraina. "Il silenzio degli Usa aiuta Putin"
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Ci risiamo. Ancora una notte di fuoco e terrore, ancora una notte di esplosioni, missili e droni. Ancora una strage, l'ennesima in Ucraina, ancora una volta con vittime civili innocenti. Almeno 12 le persone uccise dai raid russi, tra cui tre fratellini di 8, 12 e 17 anni. Sono stati 367 i droni kamikaze che la Russia ha lanciato su diverse città ucraine oltre a 69 missili. Il più massiccio attacco aereo sul territorio ucraino dall'inizio della guerra nel 2022. Altro che dialogo, altro che negoziato. La Russia non ha nessuna intenzione di fermarsi e le ultime tragiche notte sembra confermare quel disimpegno americano che dà il via libera a Putin per fare quel che vuole, tanto che il presidente ucraino Zelensky denuncia come «complice» il silenzio degli Stati Uniti.

Uno stillicidio ormai quotidiano. Il viceministro degli Esteri Mariana Betsa ha condiviso sui social le foto dei tre fratelli di Zhytomyr, a ovest di Kiev, la capitale, in un giorno di festa, uccisi nella loro casa colpita dai russi. «Solo lacrime per la morte dei fratelli Stanislav, di otto anni, Tamara, di 12 anni e Roman, di 17», scrive il viceministro. Colpiti civili anche a Mykolaiv, Chernihiv, Sumy, Odessa, Poltava, Dnipro, Kharkiv. Oltre trenta le città finite nel mirino. «Questa crudeltà non potrà essere fermata senza una pressione davvero forte sulla leadership russa, il Cremlino colpisce deliberatamente obiettivi civili», accusa il presidente Zelensky. «Le sanzioni saranno sicuramente d'aiuto. Ora ciò che conta è la determinazione: la determinazione degli Stati Uniti e di tutti coloro che nel mondo vogliono a pace. È possibile fermare la guerra, ma solo esercitando la necessaria pressione sulla Russia», ha detto, per poi rivolgersi direttamente e senza filtri a Donald Trump e agli Stati Uniti. «La Russia sta prolungando questa guerra e continua a uccidere ogni giorno. Il mondo può anche essere in vacanza, ma la guerra continua, indipendentemente dai fine settimana e dai giorni feriali. Il silenzio dell'America e il silenzio di altri nel mondo non fanno che incoraggiare Putin».

Un chiaro atto d'accusa verso l'inquilino della Casa Bianca che gli alleati europei avrebbero descritto come troppo deferente nei confronti di Putin. Un'indiscrezione che confermerebbe almeno in parte la voce rilanciata da alcuni media Usa e ripresa in Germania secondo cui il tycoon starebbe di fatto lasciando mano libera a Putin, come dimostra la non volontà di imporre nuove sanzioni a Mosca nonostante le minacce. E allora, torna forzatamente in ballo l'importanza del ruolo dell'Europa, decisamente interessata alla fine del conflitto, se non per motivi di giustizia per ragioni di vicinanza di una minaccia come la Russia. «Gli attacchi di ieri sera dimostrano ancora una volta la determinazione della Russia a causare ulteriori sofferenze e ad annientare l'Ucraina. È devastante vedere bambini tra le vittime innocenti ferite e uccise», ha detto l'Alto rappresentante Ue Kaja Kallas, tornando a premere il tasto delle sanzioni che, al di là delle dichiarazioni di facciata, danno fastidio eccome alla Russia la cui economia ormai è improntata soltanto sulla guerra. «Abbiamo bisogno della più forte pressione internazionale sulla Russia affinché fermi questa guerra», ha detto. Anche il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul attacca: «Gli alleati di Kiev devono reagire con determinazione». E il nostro ministro degli Esteri Antonio Tajani: «L'Italia condanna con fermezza il nuovo attacco russo».

Ma per fermare la guerra non si può non colpire in qualche modo Vladimir Putin. Quello che la guerra l'ha voluta, la continua ogni giorno e non ha nessuna intenzione di concluderla in nessun modo. Sulla pelle degli ucraini e alla faccia dell'Occidente.

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