Infornata Pd, Rai2 a trazione sovranista

A Fdi la poltrona del secondo canale, direzione di Raiuno a sinistra

Laura Rio

Se non ci fosse di mezzo il futuro della Rai, verrebbe da farsi una risata. Perché, dopo le proposte delle nomine formalizzate ieri dall'ad Fabrizio Salini ai consiglieri di amministrazione e al voto questa mattina, il Pd ha tuonato contro l'esclusione della sinistra dalle nomine («l'ad si ostina a mantenere l'informazione in mano a Lega e M5s»). La Lega, invece, tramite vari deputati, ha - esattamente al contrario - accusato i «rossi» di occupare «militarmente» la tv pubblica. Insomma, alle solite, qualsiasi sia la maggioranza, viale Mazzini resta terra di conquista dei partiti. E, ora, bisognerà vedere se Salini riuscirà a ottenere almeno l'approvazione di questa prima tranche di nomine (solo delle reti, non dei tg) per avviare il nuovo piano industriale. La consigliera Rita Borioni (Pd), ha fatto sapere di votare contro o al limite astenersi. Il consigliere (eletto dai dipendenti Rai) Laganà ha chiesto che le proposte vengano analizzate singolarmente. La palla è in mano al consigliere leghista De Biasio e al presidente Foa. I voti non sono vincolanti per l'ad, però se si trovasse di fronte a un rifiuto del suo piano da diversi fronti, dovrebbe prenderne atto. E rinviare di nuovo il progetto. E, a questo punto, prendere atto del fallimento, e pensare alle dimissioni.

Gli unici a non protestare sono i Fratelli d'Italia. Sulla poltrona di Raidue è stato designato infatti Ludovico di Meo, da sempre vicino alla destra, da molti anni in Rai, ex vice direttore di Raiuno e assistente dell'ad da quando la direttrice del primo canale in uscita, Teresa De Santis, ha deciso di non avvalersi più di lui. In sostanza ora il secondo canale, con Gennaro Sangiuliano, vicino alla Lega, sulla poltrona del Tg2, sarà tutto a trazione sovranista. Ma non bisogna pensare che l'ad si sia convertito al Carroccio. In un gioco di incastri che dura da mesi Salini sta cercando, finora inutilmente, di accontentare tutti. Infatti nella proposta che presenterà stamattina compare Stefano Coletta (ex direttore di Raitre), di idee vicine alla sinistra, alla direzione di Raiuno e dell'Intrattenimento di prime time e Silvia Calandrelli, sempre di area «rossa» a Raitre e alla direzione Cultura. Nell'elenco delle superdirezioni (base fondante del nuovo piano industriale e tutte di dirigenti interni) si aggiungono Franco Di Mare all'Intrattenimento del day time, Angelo Teodoli al Coordinamento generi, Duilio Giammaria ai Documentari, Eleonora Andreatta alla Fiction, Luca Milano alla direzione Ragazzi. Resta fuori la direzione Approfondimento, quella che controlla i talk show, casella chiave in vista di future elezioni. Sarà discussa insieme ai vertici dei Tg, vero campo degli appetiti del Pd (che mirava a un contestuale cambiamento già oggi, motivo del loro malcontento) ma che l'ad ha deciso di affrontare dopo i risultati delle elezioni regionali.

Intanto

stamattina, in concomitanza con il cda, a Sanremo va in scena la tradizionale conferenza stampa di presentazione del Festival. Non ci sarà nessuno a presiedere in quanto la direttrice De Santis, in uscita, pare resterà a Roma.

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