
Niente di più odioso che prendersela con i figli per attaccare i genitori. Nonostante lo sdegno generale dopo le minacce ai figli di Giorgia Meloni e Matteo Piantedosi, la vergognosa pratica è continuata. E nel mirino dei «leoni da tastiera» è questa volta la finita la figlia dodicenne del vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini. E lo stesso leader leghista, insieme con la premier e con il ministro degli Esteri Antonio Tajani sono stati bersagli dell'ormai tristemente famoso Stefano Addeo che in passato aveva augurato ai loro figli di fare la stessa fine dei bambini di Gaza in un post che lo stesso professore ha cercato di cancellare ma che l'AdnKronos ha salvato e documentato.
L'insulto, irripetibile, nei confronti della figlia minorenne del segretario della Lega è soltanto l'ultimo episodio di questa ondata di odio che sembra irrefrenabile e che avvelena il clima politico. La reazione di solidarietà nei confronti della premier e degli altri ministri è stata immediata e bipartisan. Anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha telefonato alla premier per manifestarle la piena vicinanza sua personale e delle istituzioni.
Sul caso di Stefano Addeo, il professore di tedesco in un liceo dell'hinterland napoletano sono in corso gli accertamenti della polizia postale. La Procura di Roma intanto fa sapere di essere in attesa dell'informativa della stessa polizia postale. Una volta che gli atti arriveranno a piazzale Clodio i pm, coordinati dal procuratore Francesco Lo Voi, valuteranno la competenza territoriale del procedimento. Raggiunto dai cronisti del Tgr Campania, il professore si è detto dispiaciuto e pentito. «Sono stato superficiale e ho chiesto supporto perfino all'intelligenza artificiale per comporre il post pubblicato sui miei profili social. Un grave errore avere detto cose così nei riguardi di una bambina. Chiedo scusa». Così prova a difendersi Stefano Addeo che insegna tedesco all'Istituto Enrico Medi di Cicciano, autore del post nel quale augurava alla figlia della Meloni la stessa sorte della giovanissima di Afragola, Martina, uccisa a colpi di pietra dall'ex fidanzato. Nei confronti dell'insegnante di Cicciano saranno adottati già oggi dei provvedimenti disciplinari arrivando a decidere i provvedimenti da adottare probabilmente già nella giornata di domani. All'orizzonte anche l'ipotesi del licenziamento.
Il tema degli hater sui social e del livello di violenza politica nei post pubblicati entra nell'agenda politica. Lo stesso leader della Lega pubblica lo screenshot di un profilo social con pesanti offese sessiste alla figlia e scrive: «Un conto sono il confronto politico e la critica, anche accesi, sempre ammessi in democrazia. Tutt'altro conto sono le minacce e gli insulti, volgari, pesanti, schifosi ai familiari e ai bambini, che non c'entrano nulla. Questo clima d'odio va fermato, senza se e senza ma». «Le minacce - dichiara a sua volta la Meloni - dimostrano che non siamo davanti a episodi isolati, ma a una spirale d'odio alimentata da un fanatismo ideologico che ha superato ogni limite».
Sono in molti, tra le file della maggioranza, ad auspicare «misure esemplari», c'è anche chi punta il dito verso le opposizioni. «La pervicacia del professore ci fa capire quale faziosità e quale odio stiano alimentando le sinistre in Italia, con i loro atteggiamenti di intolleranza e di propaganda intrisa di menzogne». E i nuovi casi di violenza verbale sui social fomentano la polemica. A intervenire sui nuovi insulti ai figli di Salvini e Piantedosi è lo stesso ministro Valditara. «Le ignobili offese e minacce rivolte alle figlie di Matteo Salvini e di Matteo Piantedosi, a cui va la mia forte solidarietà, dimostrano il grado di inciviltà che una certa battaglia politica ha ormai raggiunto».
Solidarietà a Meloni e agli altri membri dell'esecutivo anche da Laura Boldrini del Pd e dalle file di Italia Viva, con il suo leader, Matteo Renzi, che chiede per il professore campano il licenziamento. Mentre Azione torna a chiedere interventi per porre filtri e limiti nell'uso dei social.