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"Ti porto in tribunale", "Incredula": lite Bongiorno-Macina

Si infiamma lo scontro sul caso che vede coinvolto Ciro Grillo. La sottosegretaria alla Giustizia, Anna Macina, ha provato a spiegare il senso delle sue affermazioni sulla Bongiorno ma la senatrice della Lega ha replicato duramente

"Ti porto in tribunale", "Incredula": lite Bongiorno-Macina

Una questione estremamente delicata come una presunta violenza sessuale di gruppo ai danni di una giovane studentessa ventenne si sta trasformando in uno scontro politico ad altissima tensione che mina la solidità della larga maggioranza che sostiene il governo Draghi. Può sembrare strano ma in realtà non lo è visto che nella vicenda una delle persone coinvolte è Ciro, il figlio di Beppe Grillo, e l’avvocato della ragazza che ha denunciato è Giulia Bongiorno, senatrice della Lega. Un conflitto che nelle ultime ore è divenuto ancora più acceso a causa delle parole rilasciate al Corriere delle Sera da Anna Macina, pentastellata e sottosegretaria alla Giustizia, che ha espresso un pensiero sulla sua collega parlamentare e alleata di governo.

Tutto è divampato dalla diffusione sui social dell’ormai contestatissimo video in cui Beppe Grillo ha difeso il figlio Ciro, una delle 4 persone coinvolte nella vicenda del presunto stupro. Dopo la pubblicazione del filmato sono inizate le polemiche. Successivamente la Macina ha attaccato la senatrice della Lega. "Non si capisce se Bongiorno parla da avvocato o da senatrice", ha affermato la pentastellata, alludendo alla possibilità che la legale abbia "parlato" con il segretario della Lega, Matteo Salvini, dell’inchiesta. Allusioni che la Bongiorno ha subito respinto al mittente parlando di "affermazioni farneticanti" di cui Macina "risponderà in sede giudiziaria".

Ora la sottosegretaria alla Giustizia prova a gettare acqua sul fuoco."Sono incredula per l'equivoco che è nato. So bene che il ruolo da me ricoperto implica il rispetto e il riserbo per le indagini in corso", ha spiegato la Macina in una dichiarazione riportata dal Fatto quotidiano. "Il mio intento era quello di sgombrare il campo da equivoci invitando tutti ad un passo indietro rispetto alla vicenda giudiziaria", ha voluto chiarire l’esponente pentastellata che poi si è detta "doppiamente rammaricata che sia stata interpretata come un'accusa o un'ingerenza".

In un'intervista al quotidiano La Repubblica, l’avvocato Bongiorno ha ribadito: "Ho pensato che porterò la sottosegretaria in tribunale e agirò nei suoi confronti per queste accuse farneticanti". "La ministra è attenta custode dei diritti, non può avere accanto una sottosegretaria che usa il proprio ruolo per schierarsi contro il sacro diritto di difesa. Io ho solo difeso la mia assistita dalle abominevoli accuse di Grillo", ha proseguito la Bongiorno spiegando che un sottosegretario alla Giustizia "deve garantire imparzialità, non può esprimere supposizioni su un giornale tentando di screditare il difensore della persona offesa allo scopo di trarre d'impaccio il suo referente politico".

Per la senatrice della Lega "denigrare le vittime, tentare di ridicolizzarle, è un vecchio approccio. Se si è ritenuto di estendere i termini per presentare la denuncia è appunto perché ci si è resi conto che chi subisce violenza fa molta fatica a parlarne: per vergogna, per timore di non essere creduto, per paura di ritorsioni.... Un'accusa così assurda e sconclusionata può venire solo da chi parla senza sapere, senza conoscere me e la mia storia". La Bongiorno, inoltre, ha tenuto a precisare di essersi comportata in modo corretto: "Ho sempre tenuto rigorosamente distinta la mia attività professionale da quella politica".

L’avvocato ha poi ricordato di aver assunto la difesa della giovane nel luglio 2020, un anno dopo i fatti, spiegando di aver fatto presente alla 20enne ed alla sua famiglia la situazione: "Per mesi, di fronte alle insistenti richieste di interviste, ho perfino negato di aver assunto l'incarico. Dirò di più.... Ho riflettuto a lungo prima di accettarlo, facendo presente alla ragazza e ai suoi genitori che la mia nomina avrebbe potuto essere oggetto di strumentalizzazione politica. Ma la famiglia, che mi conosce sia come avvocato sia per il lavoro svolto con Doppia Difesa, mi ha espresso totale fiducia. A quel punto ho accettato. E non l'ho detto a nessuno". "Le vittime di violenza sono persone rese fragili dal dolore- ha evidenziato la Bongiorno-. Le ragazze prima hanno assistito alla requisitoria di Grillo, adesso una delle due vede che chi riveste una funzione istituzionale di massimo rilievo tenta di infangare con accuse gravemente offensive e prive di ogni fondamento l'avvocato al quale si è affidata".

Infine il legale ha affermato come sia "oggettivo che siamo di fronte a una doppia interferenza".

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