Intesa Trump-Putin: «Sovranità alla Siria contro il rischio caos»

Niente bilaterale tra i due leader in Vietnam ma da un incontro informale esce l'accordo

Valeria Robecco

New York Donald Trump e Vladimir Putin hanno preferito la sostanza alla visibilità. E alla fine ne è nata un'intesa con la quale hanno ribadito l'impegno comune affinché la situazione in Siria non degeneri in un nuovo caos, ora che la guerra contro lo Stato Islamico sembra essere stata quasi portata a compimento in maniera vittoriosa da tutte le forze militari schierate sul territorio. Bisogna infatti scongiurare il rischio che l'ampio e variegato dispiegamento di forze che hanno combattuto contro il Califfato tra Siria e Iraq, e che fanno riferimento principalmente a Usa e Russia, si scontrino tra di loro. Il bilaterale ufficiale tra il presidente americano e l'omologo russo non c'è stato, ma i due leader si sono visti informalmente a margine del vertice Apec in Vietnam, e hanno raggiunto un accordo contenuto in una nota ribadendo «la loro determinazione nella lotta per sconfiggere l'Isis in Siria». Trump e Putin hanno concordato che non ci può essere una soluzione militare al conflitto, confermando il loro impegno per «la sovranità, l'indipendenza e l'integrità territoriale del paese mediorientale», e invitando tutte le parti coinvolte nella crisi ad «aderire al processo di pace di Ginevra». Oltre a confermare l'importanza delle zone di de-escalation come misura provvisoria per ridurre la violenza e favorire una soluzione della crisi. A questo proposito, hanno discusso dell'attuazione di una zona di de-escalation sud-occidentale, di cui avevano parlato anche nel faccia a faccia ad Amburgo del luglio scorso. Putin ha definito i contatti avuti a Da Nang - incluso quello con Trump - «un successo». E pure il tycoon ha parlato di un «buon incontro» con il leader del Cremlino: l'accordo sul futuro della Siria secondo lui «salverà molte vite umane». The Donald ha aggiunto che il collega russo ha negato ancora una volta di essersi intromesso nelle elezioni americane del 2016: «Ogni volta che mi vede mi dice non l'ho fatto, e credo veramente che ne sia convinto». Putin, ha aggiunto, si è sentito «insultato» dalle accuse di essersi intromesso nelle presidenziali, «e questo non è buono per il nostro Paese, perché avere un buon rapporto con la Russia, adesso che la Corea del Nord è il nostro più grande problema, aiuterebbe molto». Un funzionario del Dipartimento di Stato, parlando con la Cnn, si è detto ottimista che le relazioni diplomatiche con Mosca saranno migliori rispetto al passato: «Questa dichiarazione congiunta indica un impegno per arrivare a una riconciliazione politica e al processo di pace. È nel loro interesse, e nel nostro interesse». Sul fronte nordcoreano, intanto, sono iniziate le manovre navali congiunte tra Washington e Seul nel Mar del Giappone, con tre portaerei americane a propulsione nucleare e relativi gruppi d'attacco, 11 cacciatorpedinieri con tecnologie antimissile Aegis, e 7 unità navali sudcoreane. Una prova di forza contro Pyongyang a cui il regime di Kim Jong-un ha risposto immediatamente.

Trump è un «guerrafondaio», ha detto il Nord tramite l'agenzia Kcna, affermando che la visita nella regione ha «messo a nudo la sua vera natura di distruttore della pace e della stabilità del mondo», e che il tycoon ha «implorato una guerra nucleare nella penisola».

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