"Voterò certamente sì". Marco Rizzo, leader di Democrazia Sovrana e popolare, si schiera apertamente a favore del referendum sulla giustizia. "Dal 1992, quando un colpo di stato ha cancellato il sistema dei partiti in Italia, la democrazia è calata molto perché la politica si è sottomessa definitivamente all'economia", spiega l'ex parlamentare di Rifondazione Comunista e PdCi.
E dunque il referendum rappresenta una sorta di "rivincita" della politica sulla magistratura?
"Non proprio. Oggi la politica non riesce a impedire il declino del nostro Paese e noi siamo sottoposti a una serie di vincoli internazionali imposti dall'Europa e dal Fmi. La magistratura, in questi anni, ha quindi riempito un vuoto e ha svolto un ruolo di supplenza della politica. Oggi la separazione delle carriere non risolve questo problema perché è una riforma che non comprende la responsabilità civile dei magistrati. Il sì alla separazione delle carriere, però, è un segnale per la politica e per il protagonismo del popolo".
Perché la magistratura ha perso il sostegno che aveva nel 1992?
"Per quanto mi riguarda, quando vi fu l'episodio del lancio delle monetine a Craxi davanti all'hotel Raphael, fuori dall'albergo c'erano sia militanti di sinistra sia militanti di destra. Io ero un acerrimo avversario ma oggi, vedendo tutto ciò che è successo, mi rendo conto che Craxi ha pagato il suo comportamento politico. Con ciò non voglio dire che la politica dell'epoca non fosse schifosamente corrotta, ma Craxi ha pagato la sua impostazione sovrana della politica che noi abbiamo perso totalmente".
Crede che anche Berlusconi abbia pagato alcune sue scelte?
"Sì, nel 2013 c'è stato una specie di colpo di mano. Berlusconi venne punito perché aveva intrapreso una partnership con Putin per il gas e con Gheddafi per il petrolio e oggi Sarkozy, che all'epoca rideva di lui insieme alla Merkel, è in galera proprio per finanziamenti illeciti ricevuti dalla Libia. Credo che si debba avere più attenzione alla sua immagine perché, per quanto riguarda il tema della sovranità nazionale, era uno statista".
Conte, Schlein e Landini sono dalla parte delle toghe. Questo gioverà alla sinistra?
"Fanno un danno alla magistratura. Avere una parte politica che sfrutta il ruolo di una delle componenti essenziali della democrazia mette in difficoltà quella componente. Io manifesto contro il massacro dei palestinesi dal 2023, mentre i dirigenti del Pd si sono fatti fotografare insieme a quelli della Flotilla solo quando il tema è diventato caro all'opinione pubblica. Sono così superficiali che si muovono in base al tifo da stadio anche sui temi che riguardano l'architettura dello Stato".
Se Meloni perdesse il referendum dovrebbe dimettersi?
"Ho un giudizio severo ma positivo della Meloni, ma sono critico sulle grandi questioni geopolitiche ed economiche perché non si può stare con i piedi in due staffe. Detto questo, lei è una brava stratega e credo saprà gestire bene il referendum.
La verità è che tutti i temi vengono polarizzati ed è anche per questo motivo che mi candido come presidente di Regione in Veneto in alternativa sia alla destra sia alla sinistra di Elly Schlein che anziché manifestare davanti ai cancelli delle fabbriche preferisce sfilare sul carro del gay Pride".